
Tutte le verità e le bugie dette sulle dimissioni di Benedetto XVI

Tempismo: pochi minuti passate le 20 del 28 febbraio, il sito del Vaticano ha messo nella sua home page, lo stemma della sede vacante. A prima vista un frivolo ombrellino con sotto le chiavi di San Pietro. In realtà l’ombrellino è la cupola di san Pietro.
Lo stemma di papa Ratzinger, con il moro e l’orso carico di bagagli due simboli della diocesi di Monaco Frisinga e il copricapo papale senza tiare, è già nel link a sinistra dei papi del passato. Potevano aspettare.
Incarichi: Il Cardinale Tarciso Bertone è il Camerlengo. Lui ha sigillato l’appartamento papale, questa è la funzione originaria del Camerlengo: “addetto alle camere”.
Durante la sede vacante il Camerlengo dovrà provvedere all’amministrazione ordinaria della curia e della Chiesa. Ma il suo potere non pari a quello del Pontefice neppure riguardo alla semplice amministrazione ordinaria, infatti le decisioni vengono prese dal collegio dei cardinali in cui il cardinale camerlengo ha solo una voce di rilievo.
Collezionisti: Il Vaticano ha già iniziato, dalla notte del 28 febbraio, a coniare moneta con lo stemma della sede vacante che sovrasta lo stemma del Cardinale camerlengo e i francobolli.
Una moneta semplice da 2 euro e una d’argento da 5 euro.
Si prevedono file lunghissime alle poste vaticane. Questa volta l’evento è doppio: è l’interregno dopo un papa dimissionario. Un evento che non accadeva da 600 anni e allora non c’erano i francobolli.
Dilemmi: Sulla rivista dei Gesuiti: “La Civiltà Cattolica”si disquisiva, già nella prima mattinata di ieri, 1 marzo, su come sarebbe meglio appellare Benedetto XVI nella sua nuova veste di Papa dimissionario.
In: “Cessazione dall’ufficio di romano pontefice”, scritto dal canonista Gianfranco Ghirlanda una serie di non riassumibili dissertazioni giungono alla conclusione che “ dovrebbe essere (gli) attribuito il titolo di vescovo emerito di Roma, come ogni altro vescovo diocesano che cessa”.
Neppure padre Federico Lombardi, capo della Sala Stampa Vaticana, e gesuita anche lui è d’accordo con questa tesi.
Senza finire in discussioni dottrinarie, che non ci competono, ma cosa temono i gesuiti di “Civiltà cattolica”, se Joseph Ratzinger ha salutato la folla di Castel Gandolfo definendosi solo un “pellegrino”, queste sono inutili elucubrazioni. E di altri tempi, andati.
Diplomazia vaticana: Che fine farà l’anello del pescatore di Papa Ratzinger? Insomma l’emblema del papato con lo stemma del Papa? Di solito è distrutto alla sua morte, ma adesso? Il povero padre Federico Lombardi, tartassato dalle domande dei giornalisti in sala stampa, ha chiuso la discussione con la solita finissima diplomazia: “sarà annullato”, ha detto. Cosa ne verrà fatto, lo sa solo lui.
Scemenze da giornalisti: Ce ne fosse ancora bisogno. Gira da qualche tempo, su siti internet e giornali cartacei la notizia, che il “Pontefice emerito” percepirebbe una pensione. 2500 euro, netti, dicono e scrivono.
Al momento dell’elezione al Soglio di Pietro, il prescelto non può più esser titolare né di beni né di conti correnti. Quindi impossibile anche da papa emerito. A lui penserà la Curia, di soldi non ha bisogno. Non è uno dei nostri politici.
Vestiti: Benedetto XVI continuerà a vestirsi di bianco, ma senza la mantellina e non avrà più le scarpe rosse ai piedi. Una foto lo raffigura così a accanto al suo pianoforte. Speriamo che a Castel Gandolfo trovi un po’ di tempo per suonare, una sua grande passione.