Quirinale, ecco come verrà eletto il successore di Napolitano
FIRENZE – Da giovedì 18 aprile il Parlamento in seduta comune insieme ai delegati regionali eleggerà il 12esimo presidente della Repubblica. Ma come avverrà la scelta del successore di Giorgio Napolitano?
Il plenum dell’assemblea è composto da 1007 grandi elettori, cioè 630 deputati, 319 senatori e 58 delegati regionali.Dal punto di vista squisitamente numerico, durante i primi tre scrutini è necessaria la maggioranza di due terzi dell’assemblea, dal quarto in poi è sufficiente quella assoluta.Dunque, nei primi tre voti per poter arrivare al Quirinale serviranno 671 voti, poi 504.
In questo plenum il centrosinistra dispone di 118 senatori, 339 deputati, 28 delegati regionali, per un totale di 485 grandi elettori. Non può, dunque, fare da solo, neanche dal quarto scrutinio in poi.
Il centrodestra (Pdl e Lega Nord) dispone di 117 senatori, 126 deputati e 27 delegati regionali, ovvero 270 grandi elettori.
Il Movimento 5 Stelle ha invece 53 senatori e 109 deputati, nessun delegato regionale, arrivando a 162 grandi elettori. S
Scelta Civica può contare su 21 senatori, 46 deputati (ai quali se ne devono aggiungere 4 del Maie-Movimento Italiani all’estero) e due delegati regionali per un totale di 73.
Voteranno poi 12 grandi elettori espressione delle minoranze linguistiche, due deputati finiti nel gruppo misto e i senatori a vita Giulio Andreotti, Emilio Colombo e Carlo Azeglio Ciampi.
I grandi elettori voteranno con una matita simile a quella usata dai cittadini nella cabina elettorale per evitare brogli e simboli di riconoscimento sulle schede. Non si potrà neanche fotografare il proprio voto, che sarà sempre segreto. Da qui il rischio di “franchi tiratori” che esprimono voti in difformità a quelli del partito, come la tradizione di avere nomi di attori, scienziati e altre personalità non realmente candidate.
Il successore di Napolitano passerà il picchetto d’onore delle Forze armate e la campana di Montecitorio comincerà a suonare finché il nuovo presidente avrà fatto il suo ingresso alla Camera. Poi come primo atto giurerà a Montecitorio, dove la tradizione vuole che pronunci anche un breve discorso alla Nazione. Nel momento esatto in cui il nuovo Capo dello Stato pronuncia la formula del giuramento dal Gianicolo vengono sparati 21 colpi di cannone a salve.
Il presidente della Repubblica è anche il presidente del Consiglio superiore della magistratura ed è il primo magistrato d’Italia. Una volta pronunciato il discorso in aula, lascia Montecitorio, passa in rassegna i plotoni militari, saluta la bandiera e si dirige verso l’Altare della Patria per deporre una corona di fiori al monumento al milite ignoto.
Infine, il nuovo presidente della Repubblica si sposterà al Quirinale per il passaggio delle consegne con Napolitano e l’insediamento ufficiale. Il nuovo Capo dello Stato passerà in rassegna le truppe schierate nel cortile d’onore e poi, nel Salone delle Feste, pronuncerà il primo discorso ufficiale dal Quirinale. E il settennato ha così inizio ufficialmente.