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L'azienda Richard Ginori di Sesto Fiorentino da tempo è appesa a un filo

Richard Ginori: unica offerta dal gruppo Gucci

L'azienda Richard Ginori di Sesto Fiorentino da tempo è appesa a un filo
L’azienda Richard Ginori di Sesto Fiorentino da tempo è appesa a un filo

FIRENZE – A mezzogiorno di stamani, lunedì 22 aprile, è scaduto il termine dell’asta fallimentare per Richard Ginori, l’azienda di Sesto da tempo appesa a un filo dopo la dichiarazione di fallimento del 7 gennaio scorso. Il gruppo Gucci – che si erà già fatto avanti il 26 marzo – è stato l’unico a presentarsi depositando la sua offerta (pari a 13 milioni di euro) alla cancelleria del tribunale fallimentare di Firenze. Da domani scatterà, quindi, il periodo di 25 giorni dedicato alle consultazioni sindacali. Durante questa fase dovrà essere raggiunto un accordo tra offerente e rappresentanti sindacali. Accordo che verrà recepito dal curatore fallimentare prima di procedere a un’ulteriore verifica delle condizioni dell’asta e quindi al versamento del prezzo da parte dell’offerente entro il 31 maggio, data entro la quale è prevista l’aggiudicazione definitiva. Tra le questioni che verranno discusse con i sindacati c’e’ il reintegro di circa 235 lavoratori su 305 e il proseguimento della cassa integrazione per circa altri 70 addetti.

L’offerta di Gucci – colosso mondiale nel settore del lusso – rappresenta ”motivo di grande sollievo” per i lavoratori della Richard Ginori, ma ”c’e’ ancora tutto da giocare” perchè sono ancora in ballo 74 posti di lavoro”, ha affermato Bernardo Marasco (Filctem-Cgil), che oggi ha partecipato al presidio organizzato dai sindacati confederali davanti alla fabbrica di Sesto Fiorentino. All’arrivo della notizia dell’offerta, la sirena dello stabilimento ha suonato a lungo. ”Ci saranno sacrifici, al di là del sollievo non è una festa”, ha spiegato Marasco ai lavoratori, una cinquantina, riuniti davanti ai cancelli, ribadendo che sarà necessario un confronto sul piano industriale per ”limitare il più possibile” il danno sociale derivante da eventuali esuberi. ”Ci preme tentare il più possibile – ha aggiunto Lucia Sbolci (Femca-Cisl) – di salvaguardare i posti di lavoro”.


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stefania ressa

Giornalista

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