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Mafia stragi ’93, Quattrocchi: «Continuiamo a cercare responsabilità»

L'attentato di mafia in via dei Georgofli a Firenze il 27 maggio '93
L’attentato di mafia in via dei Georgofili a Firenze il 27 maggio ’93

FIRENZE – Fra pochi giorni ricorrerà il ventennale della vigliacca strage di mafia in via dei Georgofili a Firenze, correva il 27 maggio del ’93 e nell’esplosione del Fiorino imbottito di tritolo persero la vita 5 persone nei pressi della storica torre dei Pulci, tra gli Uffizi e l’Arno, sede dell’Accademia dei Georgofili.

Nell’immane esplosione morirono i coniugi Fabrizio Nencioni (39 anni) e Angela Fiume (36 anni) con le loro figlie Nadia Nencioni (9 anni), Caterina Nencioni (50 giorni di vita) e lo studente Dario Capolicchio (22 anni); 48 persone rimasero ferite. In carcere esecutori e boss di Cosa Nostra. Ma ci sono altre responsabilità da accertare, quelle dei presunti mandanti.

«Non ci fermiamo mai, nella speranza di andare a rintracciare e identificare se ci sono, come è possibile che ci siano, ancora altre responsabilità» ha detto Giuseppe Quattrocchi, procuratore della Repubblica di Firenze. Si verifica una coincidenza fra il ventennale e l’inizio dell’ultimo processo nei confronti di un ultimo soggetto, che la magistratura inquirente ritiene concorrente nella strutturazione, organizzazione e consumazione delle stragi, non soltanto di quelle sul continente ma, come sta accertando la Procura di Caltanissetta, anche di fatti tragici siciliani, ha sottolineato il procuratore capo di Firenze.

«E’ cambiata moltissimo la maniera di leggere la realtà della mafia –ha spiegato Quattrocchi- perché siamo riusciti a penetrare dentro le strutture criminali attraverso il fenomeno dei collaboratori che sono riusciti a farci capire non soltanto la struttura ma anche gli intendimenti. Questo ha cambiato i meccanismi investigativi, e quindi ha prodotto risultati giudiziari, compresa l’affermazione delle responsabilità per la strage dei Georgofili».

 


Massimiliano Mantiloni

Giornalista

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