Firenze saluta Carlo Monni: anche Benigni al funerale dell’attore

FIRENZE – Un grande, commosso, abbraccio corale a Carlo Monni. E’ quello che Firenze, questo pomeriggio, ha deciso di dare all’attore, scomparso nella serata di domenica all’età di 70 anni. Un saluto sincero, all’interno del luogo che Monni amava di più: il teatro.
E’ proprio nel Teatro di Rifredi che è stata allestita la camera ardente ed è lì che, a partire dalle 15, si è svolta la cerimonia funebre tenuta da Don Andrea Bigalli, responsabile dell’Associazione Libera della Toscana.
Tante le persone che non sono volute mancare all’ultimo appuntamento con quel fiorentino vero, che sapeva sempre strappare sorrisi e applausi. Tra i presenti, il sindaco Matteo Renzi – che ha fatto visita, per l’ultima volta, all’artista, deceduto dopo una lunga malattia -, e Roberto Benigni, altro toscano e collega, in passato, di Monni.
Toccanti le parole del regista. ‘‘Un grande attore, lo hanno dimostrato le cose che ha fatto: insostituibile come attore. A me ha insegnato tantissimo, devo tanto a Carlo Monni”, ha ricordato durante il funerale. Benigni e Monni iniziarono la loro carriera insieme e memorabile è rimasta l’interpretazione dei due nel film di Giuseppe Bertolucci “Berlinguer ti voglio bene”.
”Io pensavo fosse immortale – ha continuato Benigni soffermandosi a lungo davanti alla salma dell’attore toscano – Monni è uno di quei grandi misteri della natura. Ho cominciato con lui il viaggio vero della mia vita, abbiamo fatto quel percorso pieno di fuoco dove la vita è scintillio, quella vita in cui, quando si è ragazzi di paese, ogni passo rimbomba e lascia un segno nel cuore. Ora viene fuori il tamburo di quei passi sui battiti del cuore, a rivederla cosi”.
”Monni è – ha detto ancora Benigni – una specie di divinità, un idolo dei contadini, rassicurante e soffice come un pagliaio. Mi ci attaccavo come ci si attacca ad un pagliaio o una giraffa. Monni si porta dietro tutti quei misteri e tesori della provincia. Sembrava un po’ Diogene, un po’ una dama del Settecento. Era un uomo delicato e contemporaneamente nascondeva, dietro quel corpo enorme, una corazza con un’anima sensibilissima e delicata”.

Attore nei film di Marco Ferreri “Chiedo asilo”, sempre con Benigni, e “Storie di ordinaria follia”, Monni ha recitato anche in “Speriamo che sia femmina” di Mario Monicelli. Tra gli ultimi impegni cinematografici, “Manuale d’amore 3” di Giovanni Veronesi.
Appena si è diffusa la notizia, giorni fa, della sua morte, sui social network si sono subito scatenati i fan dell’attore: immediatamente sono stati postati spezzoni storici delle sue interpretazioni, come la ‘poesia’ “Noi semo quella razza”, tratta proprio dal film che lo rivelò al grande pubblico. In tutti questi giorni il tam tam di saluti e ringraziamenti è proseguito senza sosta, testimonianza dell’affetto sincero che legava il pubblico alla figura di Carlo Monni.
