
Dan Brown: «Il mio romanzo è una lettera d’amore a Firenze»

FIRENZE – Ieri ai giornalisti Dan Brown aveva detto di volere girare il film sul suo ultimo libro, Inferno, nella città di Firenze e di augurarsi che vi partecipi Roberto Benigni, oggi lo scrittore americano – all’apertura del Festival delle idee voluto da La Repubblica – ha incantato Palazzo Vecchio accarezzando il suo pubblico:“Questa città ha affascinato me come milioni di altre persone nel mondo”.
Raccontando della nascita del suo ultimo bestseller ha aggiunto: “Penso che scrivere un romanzo sia come realizzare una casa, bisogna partire dalle fondamenta. L’ossatura di Inferno è stata composta da un centinaio di pagine, poi la trama si complica. Ma devi sempre conoscere la struttura, altrimenti rischi di scrivere per niente”.

Raccontando ancora dell’ispirazione per Inferno lo scrittore americano ha parlato dell’influenza che Dante ha avuto su di lui: “Credo che la visione dantesca dell’Inferno sia la più particolareggiata. Era già stato tratteggiato nella Bibbia ma è stato Dante a trattare l’Inferno per la prima volta con una narrazione davvero unica e avvincente”.
“Ho due passioni – ha aggiunto Dan Brown -, Dante e Firenze. Mi sono buttato nel vuoto scrivendo Inferno, l’ho scritto tenendo in rispetto la cultura italiana. Anzi, si può dire che il mio ultimo romanzo è una lettera d’amore a Dante, a Firenze e alla letteratura italiana“.
Parole che hanno fatto scattare il primo fragoroso applauso del Salone dei Cinquecento per uno scrittore che, conosciuto nel mondo, ha dimostrato di avere comunque un rispetto non comune per i grandi personaggi del Terzo millennio.