Sid del fisco e Sid della Difesa
All’Agenzia delle Entrate si chiama Sid (Sistema interscambio dati). Ai non più giovani quel nome ricorda il Sid, il Servizio informazioni Difesa, ovvero il servizio segreto italiano dal 1966 al 1977. La scelta è stata certamente casuale, anche se forse non felice. Assimilare un sistema di accesso ai conti correnti bancari del contribuenti, pur nel nobile scopo di scovare gli evasori , al nome di un’istituzione dove operavano centinaia di spie è qualcosa che non lascia ben presagire per il futuro. Se poi si pensa che l’anagrafe tributaria, lo strumento informatico che raccoglie la vita fiscale di ciascuno di noi, ha una procedura di accesso che si chiama Serpico, allora l’aria che si respira è abbastanza delineata.
Come ha scritto con competenza Piero Corradini nel suo articolo di lunedì «Il fisco irrompe in banca», dal 24 giugno banche, finanziarie, assicurazioni e uffici postali hanno cominciato a trasmettere all’Agenzia delle Entrate – proprio attraverso il Sid – i dati completi per l’anno 2011 di conti correnti, depositi, fondi d’investimento di tutta la clientela: privati, aziende, enti, istituti religiosi. Entro il 31 ottobre – salvo proroghe last minute – le segnalazioni saranno completate. Dal quel momento il sistema dovrebbe cominciare ad incrociare i conti correnti con le dichiarazioni dei redditi di ciascuno di noi, e produrre liste di eventuali anomalie da sottoporre quindi al vaglio dei funzionari dell’Agenzia per ulteriori accertamenti con il contribuente stesso. Successivamente toccherà agli anni successivi , dal 2012 in avanti.
Fin qui l’aspetto tecnico e lo scopo dell’operazione, che già parte in ritardo di alcuni mesi perché lo stesso Garante della Privacy aveva avanzato seri dubbi – pare oggi superati – sulla sicurezza di dati estremamente sensibili, come il saldo del proprio conto in banca.
Ma la questione è un’altra. Il Sid è uno potentissimo strumento di controllo che finirà nella mani di pochi. Quanti? Non lo sappiamo, ma se è vero che i dipendenti dell’Agenzia delle Entrate sono circa 3500 in tutta Italia, parlare di qualche centinaio di funzionari con la password giusta per il Sid è un numero che può peccare solo per difetto. Tutte persone sicuramente affidabili e selezionate una ad una. Ma l’arma potente resta sempre nelle loro mani e siamo tutto convinti che nessuno potrà cedere a sollecitazioni esterne e pensare di farne un uso “improprio” ?
La direzione generale dell’Agenzia delle Entrate continua a garantire l’assoluto rispetto della privacy. E questo ci tranquillizza. Saremmo però ancora più tranquilli e garantiti se pagasse di più i propri dipendenti e rafforzasse i già severi organi di audit interni che non di rado trovano qualcuno con le mani nella marmellata. Il Sid della Difesa fu sciolto dopo 11 anni. Quello del fisco rischia di fare la stessa fine anche prima, se non bene impostato in quanto a criteri e procedure. E a rimetterci, ancora una volta, sarebbe la classe media, quella del piccolo risparmiatore o dell’artigiano. Di tracce di grandi evasori sui conti correnti se ne troveranno ben poche.
