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Da destra il colonnello Taurelli Salimbeni, il carabiniere sc. Antonio Costa, l'appuntato sc. Andrea Fabbri, il capitano Disibio

In coma la donna che si era tuffata a Bilancino per salvare un’amica

Da destra il colonnello Taurelli Salimbeni, il carabiniere sc. Antonio Costa, l'appuntato sc. Andrea Fabbri, il capitano Disibio
Da destra il colonnello Taurelli Salimbeni, il carabiniere sc. Antonio Costa, l’appuntato sc. Andrea Fabbri, il capitano Disibio

FIRENZE – È in coma profondo all’ospedale di Careggi Naim H., la donna marocchina di 32 anni incinta di sette mesi, che ieri si era tuffata nel lago Bilancino. Voleva prestare aiuto ad un’amica in difficoltà, ma ha rischiato immediatamente di affogare, se non fosse stato per il tempestivo intervento di due carabinieri che si sono lanciati in acqua per soccorrerla.

I medici del reparto di terapia intensiva di emergenza diretto dal dottor Adriano Peris non si esprimono. La sola certezza è che la donna ha purtroppo perso il figlio.

L’unico che parla, in una delle sale di attesa, è il marito della donna, Nordin di 29 anni, un immigrato arrivato dal Marocco nel 2007 che fa l’aiuto cuoco durante alcuni periodi dell’anno. «Mi hanno detto che il suo cuore si è fermato per troppo tempo, prima che i soccorritori riuscissero a rianimarla. Non si sa se il cervello ha avuto danni irreparabili. C’è solo da aspettare e sperare». Non ha più la forza di parlare Nordin, la stanchezza e la tensione fanno il resto. Pensa solo che quello che doveva nascere sarebbe stato il loro primo bambino. Ma per lui non c’è stata neppure la possibilità di fare il cesareo.

Accanto a Nordin ci sono alcuni amici che gli sono vicino e lo sostengono. C’è anche Rahma, la nipote di Naim, una ragazzina di 11 anni. È stata lei a dare per prima l’allarme. Stava nuotando anche lei in quel punto del lago con le altre due donne, in località Andolaccio, dove c’è un attracco per le imbarcazioni dei Vigili del Fuoco. In qualche punto l’acqua è profonda fino a 15 metri.

Rahma sa però nuotare bene ed è riuscita a tornare subito a riva, immergendosi sott’acqua quando ha visto la sua amica in pericolo. Non si è persa d’animo e ha telefonato al 118. Una ragazza davvero in gamba. L’allarme è scattato immediatamente. Mentre un’ambulanza della Pubblica Assistenza di Barberino di Mugello si metteva in corsa, una pattuglia dei carabinieri transitava poco distante durante un normale giro di controllo del territorio. Era formata dall’appuntato scelto Andrea Fabbri 42 anni di Castrocaro Terme (Fo) e dal carabiniere scelto Antonio Costa, 30 anni di Crotone, entrambi della stazione carabinieri di Barberino di Mugello.

«Se non fosse stato per loro non ci sarebbe stato nessuno scampo» dice Monaim un altro amico e collega di lavoro di Nordin. In pochi attimi i due militari hanno raggiunto il posto, ma sono stati bloccati da una sbarra che impediva di proseguire. Hanno fatto di corsa alcune centinaia di metri e si sono gettati in acqua. In quel momento Naim Hasnae, stava galleggiando con il corpo riverso verso l’acqua. L’hanno tirata a riva per una quindicina di metri, proprio mentre stava arrivando l’ambulanza del 118. E’ iniziata una durissima lotta contro il tempo nel tentativo di rianimarla. C’è voluto quasi un’ora prima che il suo cuore ricominciasse a battere, sia pure in maniera debolissima. Quanto è bastato per poterla trasferire sull’elicottero Pegaso e portarla a Careggi. Da allora il silenzio.

Stamani il comandante provinciale dei carabinieri colonnello Andrea Taurelli Salimbeni ha voluto incontrare i due militari protagonisti del soccorso che erano accompagnati dal capitano Lanfranco Disibio, comandante della Compagnia di Borgo San Lorenzo. «Ci auguriamo tutti che il nostro intervento – ha detto Disibio ai giornalisti – si trasformi rapidamente da soccorso a salvataggio, perché significherà che la signora sarà fuori pericolo».


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Sandro Addario

Giornalista

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