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Terremoto, nuove scosse in Toscana tornano paura e rabbia

Terremoto in Lunigiana, la paura della gente
Terremoto in Lunigiana, la paura della gente

MASSA CARRARA – «Non ce la facciamo più, qualcuno ci dica qualcosa: il responsabile nazionale della Protezione civile, Franco Gabrielli, convochi subito la Commissione Grandi rischi, se esiste ancora, o qualcuno che ci dica qualcosa di certo» si è appellato disperato il sindaco di Fivizzano Paolo Grassi. Le nuove scosse di terremoto una 3.4 alle 5,34 e poi di 3.3 alle 6,48 hanno nuovamente fatto tornare la paura. Nessun danno evidente, né alle cose né alle persone, ma dal 21 giugno scorso ci fu il terremoto di 5.2 sono state registrate circa 2000 scosse e molte avvertite dalla popolazione.

Un grido di allarme che, poco ore dopo, viene raccolto dal prefetto Gabrielli che domani, sabato 13 luglio, tornerà a Fivizzano insieme al presidente della Toscana Enrico Rossi. «Si comprende lo stato di disagio di quelle popolazioni e dei loro amministratori, ma continuare a richiedere assicurazioni sulle tempistiche dell’evoluzione del fenomeno in atto o rassicurazioni sui suoi esiti non è la strada corretta per affrontare un simile problema -spiega una nota del Dipartimento della protezione civile- Con i terremoti bisogna imparare a convivere con l’unico approccio possibile: abitare edifici sicuri».

«Cose che sono ben chiare alla Toscana –ricorda poi Rossi– che non parte da zero. Abbiamo già fatto interventi nelle aree più a rischio, a partire da scuole e ospedali, che hanno consentito di fronteggiare meglio le conseguenze e di ridurre le conseguenze che avrebbero potuto essere assai peggiori». E siccome tutti gli attori in campo sanno che servono maggiori risorse allora il Presidente torna a chiedere che questi interventi «siano esclusi dal patto di stabilità. Abbiamo progetti e idee, chiediamo solo che ci facciano spendere».

Gabrielli domani, prima a Fivizzano e poi a Minucciano, non potrà far altro che ripetere tutto questo agli amministratori e ai cittadini e confermare l’impegno della Protezione civile che da 20 giorni ha una presenza costante nei comuni interessati. Ma con la terra che trema è difficile convivere.


Massimiliano Mantiloni

Giornalista

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