Pesca, in Toscana Coldiretti lancia «miglio zero»

VIAREGGIO – Contro il crollo delle catture ecco la pesca a «miglio zero». Si vuole così salvare la flotta toscana e rilanciare il consumo del pesce italiano che nel primo quadrimestre del 2013 ha segnato un ulteriore passo indietro (-16%).
A proporre di accorciare la filiera per un consumo diretto, tagliare le intermediazioni e tracciare il pescato per contrastare le importazioni massicce di pesce non italiano, è Impresa Pesca Coldiretti che a Viareggio ha riunito numerosi esperti per fare il punto della situazione su un settore in profonda crisi. Secondo Coldiretti il 75% del pesce consumato all’anno pro-capite non è italiano ma proviene da altri Paesi; solo 5 dei 20 chilogrammi è Made in Italy.
«Un dato che fa impressione -ha commentato Tulio Marcelli, presidente Coldiretti Toscana- ma che il nostro progetto di rilancio e valorizzazione vuole provare ad invertire insieme alla crisi del settore che è sempre più acuta. Tre quarti del pesce che consumiamo non è italiano ma è pescato in altri mari. L’aumento degli allarmi alimentari è lì a dimostrare che bisogna fare di più sul fronte della tracciabilità e della valorizzazione del prodotto locale».
