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Concordia, la Procura di Grosseto nega il patteggiamento a Schettino

Francesco Schettino in aula a Grosseto
Francesco Schettino in aula a Grosseto

GROSSETO – No. E’ la risposta che la Procura di Grosseto ha dato alla richiesta di patteggiamento avanzata dalla difesa di Francesco Schettino. Una richiesta di pena a 3 anni e 5 mesi al processo per il naufragio della Concordia avvenuto il 13 gennaio 2012 al Giglio. Parere contrario quello della Procura maremmana dunque, adesso deciderà il tribunale: il Collegio del tribunale di Grosseto potrà decidere, sull’ammissione o no di Schettino al patteggiamento, per tutta la fase delle questioni preliminari, fino all’inizio del dibattimento. Il presidente del Collegio Giovanni Puliatti ha tolto l’udienza intorno alle 17 e l’ha aggiornata a domani mattina.

Intanto nel processo Costa Crociere Spa comparirà in un duplice ruolo: parte civile, per i danni subiti con la perdita della Concordia e responsabile civile come proprietaria della nave e datrice di lavoro di Schettino.

«Ci siamo opposti al patteggiamento perché la pena era assolutamente inadeguata, io non ci credo» ha detto il procuratore capo di Grosseto Francesco Verusio, commentando la seconda richiesta di patteggiamento a 3 anni e 5 mesi di reclusione, avanzata dalla difesa del comandante Schettino.

La procura di Grosseto è convinta che il naufragio sia stato causato da una manovra ordinata dal comandante Schettino. Il procuratore Verusio lo ha detto chiaramente al termine della prima udienza: «Non è stato un inchino. E’ stato un piacere che il comandante ha fatto a Tiepoli (un maitre amico di Schettino)».


Massimiliano Mantiloni

Giornalista

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