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Direzione Pd, è scontro

Renziani in rivolta dopo la Direzione Pd
Renziani in rivolta dopo la Direzione Pd

FIRENZE – Le assise entro novembre ma è rivolta dei renziani. Il congresso entro fine novembre, forse il 24. E l’Assemblea nazionale il 14 settembre. Nessun rinvio. «Il tempo del congresso è ora –ha detto il segretario del Partito Democratico Guglielmo Epifani– Sulla data del congresso tagliamo la testa al toro. Decidere quando sarà non spetta al segretario, spetta alla presidenza dell’Assemblea nazionale. Ma io suggerirò di farlo entro la fine di novembre. Il congresso partirà dai congressi di circolo, locali e regionali. Dopo saranno formalizzate le candidature a segretario nazionale».

Una risposta che però non soddisfa Matteo Renzi: non solo perché manca una data precisa, ma soprattutto per tempi e modi previsti per le candidature. I renziani premono per la presentazione delle candidature prima della conclusione dei congressi locali e regionali. E chiedono inoltre che il segretario sia eletto da una platea più larga di quella degli iscritti al Pd. Primarie aperte, insomma.

Guglielmo Epifani ha appena finito di parlare e subito cominciano le fibrillazioni. Il segretario ha ipotizzato una platea ristretta per l’elezione del leader del partito, parlando di primarie aperte solo per la scelta del candidato premier.

Ipotesi che, come dicevamo, hanno fatto imbufalire i renziani e Gianni Cuperlo, che chiedono una platea larga e candidature da presentare prima dell’inizio del percorso congressuale. «Alla direzione hanno già dimenticato la batosta delle ultime elezioni e si predispongono ad incassare la prossima e non mi sembra spetti alla direzione del Pd decidere ma all’Assemblea nazionale» scrive su Twitter il senatore vicino a Renzi, Andrea Marcucci. Mentre Cuperlo, candidato alla segreteria del Pd dice «no alla presentazione delle candidature nazionali dopo i congressi regionali, sì a un congresso che sia aperto, inclusivo».

L’intervento di Enrico Letta. «Serve segretario che faccia il segretario. I 5Stelle non vogliono riforme ma la rottura del sistema. Fare presto la riforma elettorale. Abbiamo bisogno di un Pd molto esigente nei confronti del governo. Non sentirete da me e da nessuno dei ministri mai una parola sull’asticella che un esponente del partito può mettere al governo. C’è bisogno di un’asticella alta e di un partito esigente. Non vogliamo larghe intese forever». E sulla segreteria: «E’ necessario che ci sia un Pd con un segretario che faccia il segretario del Pd. Perché serve un partito non un gruppo misto».


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Massimiliano Mantiloni

Giornalista

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