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Legambiente: lobby del cemento, Toscana al sesto posto

Anche la Toscana non si salva dalla lobby della cementificazione
Anche la Toscana non si salva dalla lobby della cementificazione

GROSSETO – Le coste della Toscana sono tra le mete più ambite dalle lobby del cemento. Interesse illegale confermato dai dati 2012 del Rapporto Ecomafia di Legambiente sul ciclo del cemento che vede il Granducato attestarsi al sesto posto, tra le regioni più colpite con 474 infrazioni, 622 persone denunciate e arrestate e 90 sequestri subito dopo le quattro regioni a tradizionale presenza mafiosa ed il Lazio.

A farne le spese sono l’Arcipelago Toscano, l’Argentario e la Versilia. Numeri presentati a Festambiente, festival nazionale di Legambiente in corso di svolgimento a Rispescia (Grosseto).

«Usano la forza dell’intimidazione e della minaccia –dice Legambiente- prediligono il riciclaggio per incrementare i profitti e presentarsi con il volto seducente e affascinante dei finanziatori. Così operano le mafie in Toscana, in particolare i clan della camorra e della ‘ndrangheta. La chiamano delocalizzazione e in Toscana è diventata triste realtà, soprattutto nel ciclo del cemento».

Secondo gli investigatori della Dna anche la ‘ndrangheta ha scelto questa regione per tentare il riciclaggio di denaro di provenienza illecita. Nell’ultimo periodo i Crea di Rizziconi, gli Alvaro di Sinopoli, ma anche i Bellocco di Rosarno, i Facchineri, i Gallace e i Mancuso hanno operato sul territorio.

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