Morti ospedali, Regione: «C’è stato un errore ma il sistema è ok»

FIRENZE – Quattro casi di trasfusioni sbagliate in due anni, compreso quello del pensionato che il 25 agosto è morto proprio per il tragico errore di un’infermiera dell’ospedale di Grosseto. Lo stesso giorno, poche ore prima, il decesso di una ragazza di 17 anni, ricoverata a Orbetello per i postumi di una caduta. Episodi di fronte ai quali non è più scontata la riposta alla domanda se il sistema sanitario toscano rappresenti ancora l’eccellenza.
I dati diffusi dalla Regione sono confortanti, ma l’errore umano come ha ammesso l’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni «non è del tutto eliminabile». «Non sono due episodi casualmente avvenuti lo stesso giorno che mettono in discussione un sistema che va come è sempre andato e migliora» spiega Marroni che cita, a conforto, le rilevazioni dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, ente di collegamento tra il ministero della Salute e le regioni, cui spetta la valutazione dell’efficacia dei livelli di assistenza. In base a queste rilevazioni la Toscana è ancora tra le quattro regioni che garantiscono livelli di eccellenza insieme a Lombardia, Emilia Romagna e Veneto.
La Regione cita poi suoi dati sul numero di richieste di risarcimento per lesioni o decessi: si è passati da 1.583 nel 2008 a 1.362 nel 2012, un calo sia in valore assoluto sia in rapporto al numero dei ricoveri annuali. In questi ultimi 6 anni l’indicatore delle richieste di risarcimento si è dimezzato. Ancora, il tasso nazionale di eventi avversi è pari a 5,2 per ogni 100 ricoveri. In Toscana il tasso medio è dell’1,8% nelle Aziende sanitarie e del 5% nelle Aziende ospedaliere. Per quanto riguarda le trasfusioni, dal 2008 ad oggi sono stati segnalati 9 incidenti trasfusionali (incluso Grosseto).
Gli ultimi quattro casi sono avvenuti tutti in estate: «L’estate, come i fine settimana, è un periodo in cui si riduce l’attenzione, per stanchezza o viceversa perché si è appena rientrati a lavoro dalle ferie. Si tratta di una caratteristica comune a tutta l’infortunistica» afferma Riccardo Tartaglia, direttore del Centro gestione rischio clinico della Toscana.
