
Falsi Modigliani, dopo trent’anni lo scherzo diventerà una mostra

LIVORNO – Livorno dedicherà una mostra permanente a quella che fu definita la «burla del secolo»: per lo scherzo di tre ragazzi, allora ventenni, nel luglio ‘84 furono ripescate nei Fossi medicei della città toscana false sculture in pietra poi attribuite da autorevoli critici ad Amedeo Modigliani.
Dopo trenta anni quindi le false teste, di cui parlò tutto il mondo, potrebbero tornare ad attirare l’attenzione di curiosi e turisti. «Volenti o nolenti quello dell’estate 1984 – sottolinea l’assessore alla cultura del comune di Livorno, Mario Tredici- è l’ultimo evento di portata mondiale avvenuto a Livorno e ormai non possiamo più non tenerne conto».

La storia inizia quando la conservatrice di un museo livornese convince il Comune a dragare i Fossi medicei che attraversano il centro: leggenda vuole che lì nel 1909 Modigliani, in un impeto di rabbia, avesse gettato le teste appena scolpite. Dopo una settimana di inutili scavi, tre ragazzi burloni, Pietro Luridiana, Michele Ghelarducci e Piefrancesco Ferrucci si danno appuntamento a casa di un amico, Michele Genovesi, e lavorano con scalpello e trapano. Credevano che se ne sarebbero accorti subito, invece le tre teste (due scoperte il 24 luglio e la terza il 10 agosto) vengono accolte dagli addetti ai lavori come un trionfo. Si pronunciano periti e critici e a pochi vengono dubbi sull’autenticità. Per 40 giorni Livorno crede di aver trovato le opere di Modigliani. Ma all’inizio di settembre, su Panorama viene raccontata la verità: «Una delle teste è opera nostra» confessa il terzetto con tanto di foto di gruppo prima del lancio in acqua. Finiscono in televisione e, in diretta, realizzano un nuovo falso.
E le altre due teste? Alcuni giorni dopo, in seguito a un appello in tv di Federico Zeri (uno dei pochi critici, assieme a Carlo Pepi, a non cadere nel tranello), esce allo scoperto l’autore: Angelo Froglia, un portuale con la passione dell’arte che spiega di aver agito per rivalsa nei confronti dei critici.