Museo Marino Marini, lo spazio scolpito dalle cose

FIRENZE – Dal 23 settembre al 23 novembre 2013 un nuovo evento per Early one morning, il ciclo di mostre ideate e a cura di Alberto Salvadori al Museo Marino Marini. DA CAPO, questo, è il titolo della nuova la mostra a cura di Alberto Salvadori e Andrea Villani e organizzata in collaborazione con Le Magasin – Centre d’Art Contemporaine di Grenoble che si inaugura il 21 settembre. Un progetto espositivo dove sono presentate installazioni sonore, video e sculture e due opere sonore prodotte dal Museo Marino e realizzate in questa occasione. Autore è l’artista lituano Deimantas Narkevicius.
Deimantas Narkevicius ha preso parte al progetto con l’esposizone di una serie di opere che apparentemente isolate nei loro significati e nei mezzi espressivi riescono a mettersi in relazione tra loro. Narkevicius, una figura tra le più interessanti nel mondo dell’arte contemporanea, partendo dalla scultura ha di volta in volta sperimentato varie forme espressive e di linguaggio. La narrazione attraverso il video che prende le forme di un racconto attraverso la documentazione della realtà o l’utilizzo di immagini di archivio è una delle espressioni che più si addicono all’artista.
Ciò che colpisce nel suo lavoro è il modo in cui la pratica della scultura è il risultato di un processo di analisi degli oggetti, del loro uso quotidiano, della loro percezione comune che porta l’artista ad un’operazione di decomposizione e scomposizione degli oggetti e delle forme per operare una nuova composizione. In Deimantas Narkevicius vi è la necessità e la volontà di utilizzare i vari mezzi espressi con l’intento di risvegliare la memoria collettiva e il legame con le tradizioni, i linguaiggi, i luoghi attraverso interventi sonori e “azioni” scultore non come siamo portati ad immaginare. Perchè non è sempre nel togliere che si definisce la forma, ma spesso è nel riempire e nel ricomporre e sottolineare che si ridefiniscono i contorni delle cose e degli spazi. Un percorso all’inverso che riempi e i vuoti per svelare la pieneza delle forme e dei pensieri.
