Funzione pubblica: lo scippo legale dei burocrati
La burocrazia reagisce anche alle sentenze della magistratura, contrarie ai suoi interessi, vanificandone gli effetti. Ecco una storia esemplare. Il Tar del Lazio aveva annullato le disposizioni di una circolare del Dipartimento della funzione pubblica, in base alla quale, nel 2012, erano stati scaricati in pensione numerosi alti dirigenti di vari ministeri, fra cui 20 prefetti, salvo alcune eccezioni gradite al Palazzo.
Il dipartimento della funzione pubblica, conscio che il Consiglio di Stato probabilmente avrebbe respinto il suo ricorso contro la sentenza del Tar, ha provveduto a sanare a suo modo la grave irregolarità riscontrata. Con una norma, inserita nella conversione in legge del DL n. 101 del 2013, ha interpretato a suo uso e consumo, e con effetto retroattivo, la disposizione contestata. Si è stabilito, ora per allora, che l’amministrazione poteva legittimamente porre in quiescenza un lavoratore che avesse acquisito un qualsiasi diritto a pensione entro il 31 dicembre 2011, e che quindi il limite di età, innalzato nel frattempo da 65 a 66 anni, non era applicabile a quei casi. Tale innovazione influenzerà il pronunciamento del Consiglio di Stato, che dovrà tener conto dell’interpretazione autentica. I legittimi interessati, danneggiati dall’applicazione della circolare incriminata, non potranno chiedere il risarcimento dei danni, anche morali, subiti dal pensionamento improvviso e anticipato e, in qualche caso, adottato anche con modalità non consone alla tradizione di diplomazia e di rispetto dei dirigenti, che in passato era regola in molti ministeri.
Si tratta quindi di un vero e proprio scippo di diritti acquisiti, sia pure attraverso uno strumento formalmente regolare. Non ci si può lamentare se l’Italia è il paese dei furbi e degli evasori quando addirittura due Governi danno questo cattivo esempio.
Ma, a proposito di stile, Firenze ha salutato con affetto e riconoscenza un grande servitore dello Stato, il Questore Francesco Zonno, che dopo oltre 40 anni ha lasciato il servizio attivo. Il Capo della Polizia, Alessandro Pansa, ha organizzato in tale occasione una riunione di Questori nel capoluogo toscano per salutare e ringraziare personalmente il collega. Quando sono entrato in servizio i funzionari anziani decantavano lo stile prefettizio, tanto diverso da quello delle altre amministrazioni. Oggi quello stile si è perso: impariamo dalla polizia di stato che valorizza e riconosce i meriti dei suoi funzionari. Il Ministro e il Capo di Gabinetto dell’interno del passato governo non hanno sentito neppure il dovere morale di salutare convenientemente alcuni funzionari che avevano dedicato 45 anni della propria esistenza al servizio dello Stato e del Ministero. E questo la dice lunga sulla deriva del corpo prefettizio.