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Cresce l'export della Toscana

L’export toscano aggancia la ripresa del mercato americano

Cresce l'export della Toscana
Cresce l’export della Toscana

FIRENZE – La Toscana continua a crescere sui mercati internazionali. Il risultato del secondo trimestre 2013 è ancora positivo (+4,5%), con un incremento nel valore delle esportazioni più deciso rispetto alla media nazionale (+0,7%) e a quello delle principali regioni esportatrici (Piemonte, Emilia Romagna, Veneto, Lombardia). Sono le vendite di beni di consumo (non durevoli) a fornire i contributi più consistenti a tale risultato: il recupero della farmaceutica (+43,3%), la continua crescita del settore orafo (+14%), gli ottimi andamenti di agroalimentare (+13,2%), concia e pelletteria (+8,2%), articoli di abbigliamento (+9,9%). La nota di aggiornamento sul commercio estero della Toscana nel II trimestre anno 2013, elaborata dall’Ufficio Studi di Unioncamere Toscana, fotografa una situazione ancora negativa per l’area Euro (-2,3%) e una crescita della domanda estera sempre più concentrata sui mercati extra Europei, con in testa Stati Uniti (+13,7%), Emirati Arabi (+13,1%) e paesi dell’Africa settentrionale (+39,3%).

In crescita (+1,6%) le esportazioni toscane sui mercati europei, anche se la ripresa non coinvolge i paesi dell’Area Euro (-2,3%). Le vendite della Toscana in Francia, Spagna e Germania registrano un andamento negativo nel trimestre su base tendenziale, a causa dell’arretramento dell’industria meccanica e siderurgica, mentre è in decisa ripresa il valore delle vendite nel Regno Unito, con particolare riferimento a sistema moda, cartario e farmaceutica. Tra i paesi europei non dell’Unione europea netta la crescita degli scambi verso la Federazione Russa (+11,8%) e verso la Svizzera (+3,4%) con particolare riferimento al sistema moda, mentre il peso degli avvenimenti che nel mese di giugno hanno scosso la Turchia si riflette in una contrazione complessiva dell’export verso il paese (-6,2%). Sono soprattutto i mercati extra-europei (+8% nel trimestre) a sostenere la crescita delle esportazioni della Toscana. Merito della decisa ripresa della domanda per importazioni del continente americano: in recupero gli Stati Uniti (+11,7% grazie a sistema moda, agroalimentare, farmaceutica e lapideo), il Brasile (+18%) e il Messico (+13,6%) sostenuti da meccanica e farmaceutica.

In crescita le vendite in Africa (+29,5%), per macchine di impiego generale esportate in Algeria e Libia. Rallenta il Medio Oriente ad eccezione di Qatar (+81,4%) ed Emirati Arabi (+13,1%); tra gli altri paesi asiatici si fa meno sostenuta la crescita in Cina (+5,6%) e Giappone (+5,8%), in cui comunque rimangono positive le esportazioni di meccanica, sistema moda, prodotti agroalimentari.

La buona performance dei beni di consumo non durevoli (6,2%) è legata al recupero della farmaceutica (+43,3%), alle ottime performance dell’agroalimentare (+13,2%) e ad una ripresa generalizzata del sistema moda (+8,2% concia e pelletteria, +9,9% articoli di abbigliamento, +5,2% i prodotti finiti dell’industria tessile, +0,7% le calzature). Nonostante la crescita del settore orafo (+14%), la flessione per i beni di consumo durevoli è determinata dai nuovi forti arretramenti dei mezzi di trasporto (in particolare di cicli e motocicli, -5,3%) e da un rallentamento di ottica ed elettronica di consumo.

Le dinamiche territoriali. Il secondo trimestre 2013 si caratterizza per un miglioramento generalizzato negli andamenti territoriali delle esportazioni, con cinque province su dieci in terreno positivo ed una generale attenuazione delle perdite negli altri territori. Una elevata diversificazione merceologica delle esportazioni premia soprattutto Firenze (sistema moda, agroalimentare, elettromedicali ed elettronica) e Lucca (farmaceutica, cartario, elettronica, cui si aggiungono nuove commesse per la cantieristica). Massa Carrara deve la buona performance alle commesse per la meccanica e al buon andamento del lapideo, mentre Arezzo avanza grazie a oreficeria, cuoio-pelletteria ed elettronica e Siena alla farmaceutica. Si attenuano le perdite per le altre province, ad eccezione di Pistoia a causa di una persistente difficoltà nei settori tradizionalmente esportatori (florovivaismo, sistema moda, sistema casa) e Livorno, dove pesa il crollo nelle esportazioni di prodotti della siderurgia.

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