
Crisi: stop allo shopping sfrenato, torna l’arte del rammendo

FIRENZE – Shopping sfrenato addio. Aumenta il fai-da-te e l’abito che prima si buttava, ora si rammenda. La crisi cambia profondamente abitudini e costumi degli italiani. Capi firmati e guardaroba rinnovati di continuo sono, per quasi due italiani su tre, solo un lontano ricordo.
Nell’ultimo anno oltre 6 italiani su 10 hanno fatto ricorso a riparazioni sartoriali e quasi 9 consumatori su 10 (87%) tendono a recuperare un capo danneggiato o usurato. Lo rileva un’indagine del Centro studi Cna curata da Swg che traccia la fotografia di una profonda mutazione nei consumi da cinque anni a questa parte. Il 51% degli interpellati afferma di cercare di arrangiarsi da solo ogni volta che può. La quota di consumatori che recupera un articolo danneggiato o usurato è aumentata di quasi il 60%, coinvolgendo oltre 35 milioni di persone.
Le nuove abitudini si allargano al resto della casa: il frigorifero arranca, il televisore fa le bizze, la lavatrice è vecchia e perde acqua? L’elettrodomestico difettoso non si cambia più, si cerca di aggiustarlo. Il ricorso a tecnici specializzati per recuperare i macchinari difettosi ha subito, nell’ultimo periodo, un incremento-record, dice l’indagine Cna. Quasi 35 milioni di consumatori hanno fatto retromarcia rispetto al passato, non ricorre più all’acquisto immediato e chiama il professionista specializzato. Ma c’è anche chi (42%) si improvvisa, alla bisogna, idraulico, falegname, elettricista, risparmiando la parcella del tecnico. Rispetto al 2008 un italiano su 4 ha ammesso di ricorrere al fai da te più di prima.
Oltre 6 italiani su 10 ammettono un taglio drastico alla spesa per l’abbigliamento rispetto a 5 anni fa, contro il 24% che l’ha lasciata invariata. Tra quanti hanno ridotto gli acquisti di abiti e scarpe, il 19% ricorre più spesso alle riparazioni, contro un 39% che acquista meno abiti e il 28% che compra lo stesso numero di capi ma di qualità inferiore. A tagliare sull’acquisto di calzature, sono stati oltre un italiano su 2 (54%). Anche per le scarpe si fa ricorso più di prima al calzolaio. Lo stesso per borse e pelletteria: la riduzione di spesa ha interessato il 57% dei consumatori.