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Amnistia, tutti contro Renzi

Pd, Renzi: «L’Amnistia non è seria e responsabile»

Amnistia, tutti contro Renzi
Amnistia, tutti contro Renzi

FIRENZE – «Il Capo dello Stato è stato ineccepibile sia con il governo Monti che con la nascita del governo Letta, non c’è stato nessun eccesso di intervento. Ma bisogna anche avere il coraggio di dire che su alcune cose si può essere in disaccordo e questo non è lesa maestà». Lo dice Matteo Renzi a In mezz’ora da Lucia Annunziata.

Sul no alla proposta di amnistia e indulto che arriva da Napolitano è scoppiato il caso Renzi. Dopo Letta, tre ministri si schierano contro il sindaco di Firenze, candidato a guidare il Pd. «Ragiona in termini puramente propagandistici, stile Grillo -dice Flavio Zanonato– Chi non vuole l’indulto, perché pensa che così prende qualche consenso in più, non mi convince se è un interesse generale che va difeso». Sponda dalla Bonino: «Se Renzi è il nuovo che avanza, fatemi il favore di ridarmi l’antico. Legga bene il messaggio di Napolitano, prima di rottamarlo». Maurizio Lupi aggiunge: «Renzi cerca consensi a destra e a sinistra. Il Pd non pensi a Berlusconi».

Renzi però insiste: «Non ho parlato contro Napolitano che legittimamente ha fatto un messaggio con sue riflessioni, ma le forze politiche devono dire come la pensano. E io ho detto che non mi sembra serio un nuovo indulto-amnistia dopo 7 anni dall’ultimo. Non serio, non educativo e non responsabile».

«Se ci sono ministri che anziché preoccuparsi di governare passano il tempo a commentare le mie dichiarazioni mi dispiace per loro –ha detto Renzi- Il ministro dello Sviluppo si deve preoccupare di come far sì che le aziende non chiudano, di aiutare gli artigiani e non di stare a lamentarsi dalla mattina alla sera di cosa dice il sindaco di Firenze. Se lo vogliono fare non ho problemi, ma parliamo seriamente dei problemi» ha insistito.

Dalla Annunziata Renzi ha parlato anche di altro. «Amo l’Italia, la mia città, i territori e credo che il Pd sia lo strumento di cui abbiamo bisogno per cambiare l’Italia» ha detto il sindaco di Firenze quando gli viene chiesto se, dopo averlo tanto criticato, ama o meno il Pd. Quello che non ama del Pd, ribadisce Renzi è il correntismo: «Bisogna rottamare le correnti. Se uno si definisce renziano è uno da curare, un malato, lo curiamo insieme. I renziani poi… è quasi una parolaccia».

Torna ad invocare una nuova legge elettorale che dia garanzie di alternanza e di una maggioranza certa. «Oggi abbiamo una legge elettorale che porta a fare tutti insieme una bella ammucchiata selvaggia legata al fatto che non c’è stabilità, alternanza, bipolarismo –ha spiegato- Chiunque vinca il congresso sarà chiamato a dire che legge elettorale propone, nel mio caso chiedo che ci sia una legge per cui va allo scrutinio chi ha vinto, che chi ha vinto governi per 5 anni e sia il responsabile delle cose che fa e non fa. E ci sia un’alternanza e non un inciucione legalizzato». Proprio quanto accaduto alle ultime elezioni ha dimostrato la necessità di cambiare il Porcellum. «Il governo di larghe intese nasce da una legge elettorale che non ha consegnato una maggioranza in tutti e due i rami del parlamento» ha ricordato.

Capitolo-Alitalia. «Alitalia è il simbolo del fallimento di una classe politica e imprenditoriale . La cassa depositi e prestiti sta salvando tutto e pure un po’ troppo. La pensionata che tiene 50 euro alle posta sta salvando l’Italia. La soluzione Poste per Alitalia è una soluzione tampone». Renzi spiega che la compagnia ora può avere un futuro se si guarda ad una strategia tutta orientata verso i nuovi mercati del far east. In questo quadro vede come partner più i coreani della Cassa depositi e prestiti. Il candidato alla segreteria del Pd chiarisce poi che lo stato non dovrà mettere un centesimo per salvare la cordata di azionisti privati che ha fallito, deve invece intervenire per tutelare i lavoratori rimarcando che con questo non pensa che la compagnia debba essere pubblica, anzi. Il sindaco ha anche fatto riferimento alle banche che hanno salvato Alitalia e che invece farebbero bene a dare una mano alle piccole e medie imprese.


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Massimiliano Mantiloni

Giornalista

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