Crisi, mezzo milione di famiglie ha rinunciato al dentista

FIRENZE – I soldi non bastano per una terapia. Mezzo milione di famiglie italiane dal 2007 al 2012 ha rinunciato al dentista, anche in presenza di serie patologie, per colpa della crisi. E’ l’allarme lanciato dai dentisti dell’Andi. Se in questi 5 anni il numero di famiglie è cresciuto del 6,3%, quelle che hanno effettuato una terapia odontoiatrica sono calate del 2,8%. La spesa media mensile di tutte le famiglie per il dentista si è ridotta del 30,5%.
Con la crisi economica che grava sulle famiglie si risparmia su tutto, compresa la salute dei denti, al punto che si preferisce ricorrere alla obsoleta dentiera piuttosto che a interventi più moderni ma costosi. Secondo i numeri presentati, il calo è più netto al Sud, dove in media le famiglie nel 2011 spendevano 137 euro in meno rispetto al 2007, e al Nord -Ovest, dove il calo è risultato di 124 euro, mentre tengono Nord-Est e Centro. La percentuale di persone che nel 2011 hanno rinunciato alle cure odontoiatriche per ragioni economiche è stata dell’8,9%.
Inoltre sono tra 10.000 e 15.000 gli studi dentistici abusivi in Italia, un numero alimentato anche dalla crisi, che spinge i pazienti a cercare i costi più basso possibile. Secondo uno studio il 75% di un campione rappresentativo di italiani pensa di saper riconoscere un dentista abusivo, mentre il 55,8% pensa che chi va dai dentisti abusivi lo faccia per risparmiare. Questo piccolo esercito si aggiunge a quello degli oltre 58.000 dentisti abilitati, un numero considerato eccessivo dagli stessi esperti dell’Andi. In Italia c’è un dentista ogni mille abitanti circa, mentre il rapporto ottimale sarebbe uno ogni 2.000.

PAOLO
Se tanti dentisti fossero meno ingordi, forse avrebbero più lavoro. Così invece prendono cifre da capogiro (anche in nero) e fanno meno fatica.
Un “meccanico” dentista prepara una protesi e la passa al dentista per pochi euro. Ci pensa quest’ultimo però a “aumentarne” il valore!. Succede come per gli agricoltori, che producono e rivendono per pochi centesimi, e poi i loro prodotti si ritrovano sul mercato a prezzi assurdi: ma almeno in questo caso ci sono vari passaggi, dai trasporti, ai grossisti, ai rivenditori al minuto.