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Esperimento del Centro Ricerca Rifiuti Zero

Capannori, funghi dai fondi del caffè

Esperimento del Centro Ricerca Rifiuti Zero
Esperimento del Centro Ricerca Rifiuti Zero

CAPANNORI (LU) – Quattrocentocinquanta studenti di Capannori sono protagonisti della prima sperimentazione in Italia della coltivazione di funghi commestibili prodotti con i fondi del caffè. Grazie agli scarti della moka, gli studenti saranno in grado di far crescere in poco più di due mesi i Pleurotus Ostreatus, la terza specie di funghi più commercializzata nella Penisola, che di solito viene cucinata fritta oppure arrosto. Il progetto è stato messo a punto dal Centro Ricerca Rifiuti Zero che, in collaborazione con l’Istituto comprensivo Ilio Micheloni di Lammari e l’azienda Usl 2 di Lucca, prenderà il via entro pochi giorni.

A presentarlo sono stati Rossano Ercolini, coordinatore del Centro, Antonio Di Giovanni, responsabile scientifico del progetto, Nicola Preziuso, dirigente scolastico e da Francesco Verdigi e Giovanni Dinelli, rispettivamente dirigente e tecnico della prevenzione dell’ispettorato micologico dell’azienda Usl 2 Lucca.

«Il progetto fa capire come molti degli scarti che vengono considerati  rifiuti possano essere recuperati e riutilizzati –spiega il coordinatore del Centro Ricerca Rifiuti Zero, Rossano Ercolini– Il caffè è una preziosa risorsa, che si trova con facilità in ogni casa; se si considera che da ogni tazzina si producono all’incirca 13 grammi di fondo, ogni anno in media una persona produce 75 chilogrammi di fondo di caffè. Da qui l’importanza di trovarne un nuovo impiego, come per coltivare i funghi. I fondi, infatti, sono una base molto nutritiva e il risultato, come è già stato sperimentato, è molto positivo per quanto riguarda la qualità del prodotto finale. Ci auguriamo che questo progetto pilota possa essere esteso anche in altre scuole e realtà del nostro di Capannori coinvolgendo anche le attività commerciali che stimiamo producano ogni anno oltre 400 tonnellate di fondi di caffè».

Il progetto si articola in varie fasi. Nella prima i ragazzi saranno coinvolti in lezioni sul tema dei rifiuti e della coltivazione dei funghi.

La seconda fase prevede l’attivazione di un laboratorio; ogni alunno produrrà un kit per la coltivazione di funghi commestibili, che saranno posti per un periodo di un mese in una stanza al buio per l’incubazione che si troverà all’interno della scuola. In seguito i kit verranno aperti e messi a fruttificare alla luce per un periodo variabile dalle quattro alle cinque settimane, nel quale ci sarà l’intera produzione. Durante le  esercitazioni i bambini saranno seguiti passo dopo passo da un tecnico esperto.

Una volta finita la fase di raccolta dei funghi, tra la fine di febbraio e l’inizio di marzo, le famiglie saranno invitate a partecipare ad una competizione culinaria, dove ognuna porterà una pietanza preparata con i funghi prodotti durante il progetto.

Da ogni kit distribuito a ciascun alunno, del peso di 1 chilo, sarà possibile ricavare circa 500 grammi di funghi. Terminato il ciclo di produzione, il substrato dove sono cresciuti i funghi sarà trasformato in compost e potrà essere utilizzato per altre iniziative.


Massimiliano Mantiloni

Giornalista

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