Seconda rata Imu, la rivolta dei sindaci

FIRENZE – «E’ follia. Il Governo faccia chiarezza». L’Anci chiede un incontro col premier per la seconda rata dell’Imu. I sindaci avevano chiesto garanzie sul fatto che la compensazione tenesse conto dell’extragettito previsto per quei Comuni che nel 2013 avevano aumentato le aliquote. Città dove invece per il 50% a pagare dovranno essere i cittadini.
E quindi l’abolizione della seconda rata dell’Imu rischia di trasformarsi in una beffa per i cittadini dei circa 600 comuni dove nel 2013 sono aumentate le aliquote rispetto a quelle standard.
«Il Governo faccia rapidamente chiarezza sulla seconda rata dell’Imu 2013 e onori gli impegni assunti con i contribuenti e i Comuni italiani. I Sindaci hanno dimostrato ampiamente responsabilità e spirito propositivo, ma non si può abusare della loro pazienza e tanto meno si può abusare della pazienza dei cittadini» ha detto il Presidente dell’Associazione Nazionale dei Comuni Italiani, Piero Fassino.
Durissimo in proposito anche il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, secondo cui l’eventuale scelta del Governo di restituire ai Comuni solo il 50% dell’Imu incassata nel 2013 con l’aumento delle aliquote delle addizionali «sarebbe una follia che porterebbe allo scontro istituzionale».
Tutti i sindaci italiani, da Milano a Catania, sono molto preoccupati per l’incertezza che regna sulla copertura della seconda rata Imu. Per il sindaco di Livorno Alessandro Cosimi, coordinatore delle Anci regionali e membro dell’ufficio di presidenza dell’Associazione nazionale dei comuni italiani, «siamo sull’orlo della rottura dei rapporti istituzionali. I Comuni italiani sono stati molto seri, qualcuno dice che hanno provato a fare i furbi, ma non è vero: fino al 30 novembre c’era tempo per aumentare le aliquote e i Comuni che lo hanno fatto, lo hanno fatto in funzione del bilancio che dovevano approvare. La confusione l’ha generata proprio il governo posticipando i pagamenti».
Vediamo intanto chi dovrà pagare e quanto.
Imu 2013 per prime case:
Entro il 16 dicembre – Il saldo IMU di dicembre è eliminato – nella quota parte corrispondente alle aliquote standard – per prime case non di pregio, fabbricati rurali e terreni agricoli. Gli altri immobili (seconde case, uffici, capannoni, imprese…) pagano il saldo 2013.
Entro il 16 gennaio – I proprietari di prima casa locata in un Comune in cui l’aliquota 2013 è superiore allo 0,4%, dovranno pagare il 50% della differenza fra l’aliquota standard e quella comunale.
I Comuni in cui si paga
Roma ha confermato lo 0,5% nel 2012, per cui le prime case devono pagare la differenza Imu. Si paga anche a Napoli (0,6%), Torino (0,575%), Genova (0,58%), Cagliari (0,45%), Verona (0,5%), Palermo (0,48%). E poi Ancona, Benevento, Frosinone, Caltanissetta, Cosenza, Vibo Valentia. Fra i casi emblematici spicca Milano, in cui l’aliquota locale varia di due punti, per cui lo 0,1% sarà a carico dei contribuenti. Molti, addirittura, pagheranno in questo modo più che nel 2012 perchè al conguaglio di gennaio non si applicano detrazioni.
Nessun conguaglio a Venezia, Firenze, Trento, Bolzano o Bari, dove le aliquote non superano lo 0,4%, ma fino al 9 dicembre i Comuni hanno tempo per apportare ulteriori variazioni! Per monitorare le delibere 2013, è consigliabile utilizzare lo strumento web messo a disposizione dal Dipartimento delle Finanze.
Calcolo differenza IMU
Nel 2012, un immobile con imponibile Imu di 95mila euro, a Milano ha pagato al massimo 180 euro di Imu: imposta di 380 euro con aliquota 0,4%, ridotta di 200 euro di detrazione statale. A gennaio 2014 risulterà un’imposta di 190 euro con aliquota 0,2% (0,6 – 0,4), di cui la metà (95 euro) a carico del contribuente entro il 16 gennaio ( in presenza di due figli nel 2012 ne aveva pagati solo 80!). L’ulteriore beffa? Molti contribuenti che nel 2012 non hanno pagato affatto adesso sono chiamati alle casse, perché non possono godere delle detrazioni.
