
Incostituzionale anche la legge elettorale toscana

La legge elettorale della Toscana corre il rischio di essere illegittima, dopo la bocciatura del «Porcellum», la legge elettorale nazionale, dichiarato incostituzionale dalla stessa Corte Costituzionale. Due sono stati i rilievi mossi dalla Consulta. La prima censura riguarda la disposizione che attribuisce un premio – sia alla Camera che al Senato – senza permettere maggioranze omogenee. Un problema enorme in un Paese nel quale i due organi svolgono ancora le stesse identiche funzioni. L’altra norma dichiarata incostituzionale è quella che consentiva la formazione di liste bloccate che non lasciavano all’elettore la possibilità di esprimere alcuna preferenza. La Corte ha detto che al cittadino deve essere possibile esprimere almeno «una preferenza». Il Sen. Roberto Calderoli, padre del Porcellum, ha affermato che anche una buona parte delle leggi elettorali regionali e quella per l’elezione nei comuni presentano aspetti d’incostituzionalità, alla luce della sentenza citata.
LA SENTENZA. La tesi che ha prevalso fra i giudici – soprattutto quelli di nomina non politica – è stata di limitare il più possibile l’intervento della Corte, evitando allo stesso tempo di creare un vuoto legislativo. La sentenza non produrrà comunque alcun effetto fino al giorno in cui non sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale: ciò avverrà a fine gennaio, quando i giudici si riuniranno nuovamente per rendere pubbliche le motivazioni della loro decisione. In ogni caso il Parlamento può nel frattempo decidere di riformare la legge elettorale.
LEGGE TOSCANA. La sentenza della Corte ha riflessi anche sulla legge regionale toscana, che presentava anch’essa qualche aspetto d’incostituzionalità, la cui modifica era già stata preventivata. Si è tenuta infatti proprio il 5 dicembre la riunione dell’intergruppo consiliare per la riforma della legge. La presidente, Daniela Lastri (Pd), ha dichiarato: «Quando ho convocato questa riunione, non mi aspettavo che sarebbe avvenuta il giorno successivo alla sentenza della Corte Costituzionale sulla legge elettorale nazionale. Rilevo con soddisfazione che il gruppo di lavoro del Consiglio regionale ha operato per superare quegli elementi critici che la Consulta ha evidenziato». La proposta prevede, nei suoi punti principali, la reintroduzione del voto di preferenza con possibilità di esprimere fino a due preferenze e l’obbligo, in questo caso, della differenza di genere. Viene abolito anche il listino regionale. Restano sul tavolo il problema del premio di maggioranza e quello della soglia di sbarramento. In questo modo la Toscana, dopo aver anticipato in qualche modo il Porcellum, si sta adeguando ai principi stabiliti dalla Corte in tempi brevi e può dare l’esempio al Parlamento nazionale.
PROSPETTIVE. Dopo la bocciatura del Porcellum, il Presidente Napolitano ha dichiarato che adesso l’intervento del Parlamento costituisce «un imperativo» e la nuova legge dovrebbe mostrare «una espressione di volontà attenta a ribadire il già sancito, dal 1993, superamento del sistema proporzionale». Se non viene approvata una riforma infatti lo scenario più probabile sarebbe quello di andare a votare con un sistema proporzionale quasi puro, oppure si dovrebbe riciclare la legge Mattarella, che assegnava i 3/4 dei seggi in collegi maggioritari uninominali e un quarto con il recupero proporzionale dei migliori non eletti. E’ una legge con cui hanno vinto tutte e due le coalizioni in passato, dunque potrebbe costituire un punto di equilibrio ragionevole. Al Parlamento, se supererà divisioni e contrasti, la scelta. Speriamo che si proceda con celerità per ritornare presto a un sistema che dia all’elettore la possibilità di scegliere i suoi rappresentanti, rispettando così uno dei principi fondamentali di una democrazia.
