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Addio Mugello, l’Autodromo cambia nome: sceglie Firenze

L'ingresso all'autodromo del Mugello
L’ingresso all’autodromo del Mugello

FIRENZE – L’Autodromo del Mugello? E’ come una grossa fabbrica a una quarantina di chilometri da Firenze. Infatti crea una ricaduta economica pari a 66 milioni di euro l’anno, con 414 nuovi posti di lavoro, 300 dei quali solo nel triangolo Barberino-Borgo San Lorenzo- Scarperia. Lo rivela una ricerca effettuata dal Centro Studi Turistici di Firenze e dall’Irpet, l’istituto per la programmazione economica della Toscana, mirata su un grande fenomeno che non è solo sportivo ma anche di costume i gran premi di motociclismo e gli appuntamenti con i campioni della formula Uno. Lo studio ha considerato l’attivita’ del circuito, di proprieta’ della Ferrari, nel biennio 2011 – 2012, ed è venuto fuori che nei 220 giorni di attivita’ in pista, si sono avute circa 310 mila presenze fra sportivi e addetti ai lavori. Gente capace di occupare il 25% dei posti letto del Mugello, per una spesa di 26.9 milioni di euro in pernottamenti. Gli altri consumi riguardano la ristorazione, i trasporti, le comunicazioni, i beni e servizi vari, gli accessori, i prodotti tipici e l’artigianato, per un totale complessivo di 66 milioni di euro.

Ovvio che il Mugello sia molto attaccato al suo Autodromo, nato sul vecchio “circuito” che aveva contribuito a scrivere la storia dell’automobilismo, ma i tempi cambiano e le esigenze di marketing impongono cambiamenti capaci di superare lotte di campanile e rivendicazioni “territoriali”. Dev’essere per questo che il direttore, Paolo Poli, non ha scartato a priori la possibilita’ che l’affascinante “impianto per i motori” possa cambiare nome, diventando “Autodromo di Firenze”, come accade gia’ in altre famose strutture, in tutto il mondo, dove il nome della grande città viene usato non solo come identificazione, ma, in questo caso, soprattutto di richiamo.

“Vediamo nell’Autodromo un felice connubio fra sport e turismo”, ha detto Cristina Scaletti, assessore alla cultura e al turismo della Regione, senza entrare nel merito del cambiamento di nome. Che non è impossibile, ma potrebbe trascinarsi dietro una valanga di polemiche. Già negli anni Settanta e Ottanta, il Mugello minacciò d’invadere Firenze con buoi e trattori perché non voleva la diga di Bilancino che porta acqua a Firenze nei periodi di magra. Ma questa, francamente, è un’altra storia.


Sandro Bennucci

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