Treni emergenza nazionale: Letta convochi Moretti

Lutti e ritardi, il servizio ferroviario è un'emergenza
Lutti e ritardi, il servizio ferroviario è un’emergenza

Sui binari si muore. O si lasciano pezzi di vita. È di pochi giorni fa  la tragica fine del giovane ferroviere schiacciato durante una manovra notturna a Firenze. Scese dalla motrice per azionare, a mano, uno scambio e venne  travolto dalla macchina. I suoi colleghi sono stravolti dal dolore e dalla rabbia: sostengono che quelle operazioni devono essere fatte da due persone. Per sicurezza. Ma la sicurezza, così come la puntualità, nel trasporto ferroviario nazionale paiono diventati  optional.

PENDOLARI – Ne sanno qualcosa anche i pendolari toscani, oltre duecentomila lavoratori e studenti che tutti i giorni affidano al treno il destino della loro giornata, che spesso si popola d’incertezze proprio perché conoscono solo teoricamente gli orari di partenza e ritorno. Ieri mattina 15 gennaio, chi doveva venire dal Valdarno a Firenze si è dovuto giustificare con il suo datore di lavoro per l’ennesima volta: il regionale  veloce (si fa per dire…)  proveniente da Foligno,  si è fermato a Montevarchi con  due ore e venti di ritardo. Conseguenza? I treni successivi presi d’assalto da gente imbelvita.

DENUNCE – Nelle settimane scorse ci sono stati blitz, sui treni dei pendolari, del presidente della Regione, Enrico Rossi, e dell’assessore ai trasporti, Vincenzo Ceccarelli. Comunicati, conferenze stampa, denunce pubbliche. Tutto inutile. Trenitalia non modifica di una virgola il suo atteggiamento.

TRACOLLO – L’amministratore delegato, Mauro Moretti, sostiene che il problema è della Regione Toscana, così come delle altre Regioni. Non suo. Viceversa, il fatto che il sistema ferroviario italiano sia sull’orlo del tracollo – soprattutto nel settore più sotto pressione come il trasporto locale – lo chiama direttamente in causa. I ritardi  incidono sull’economia e sul Pil, come un vertiginoso moltiplicatore: quante ore di lavoro si perdono quando un treno si presenta in stazione con due ore e venti di ritardo? Quante ore di lavoro vanno in fumo ogni giorno, in tutt’Italia, perché le Ferrovie non sono in grado, per mille motivi, di rispettare gli orari, sia d’inverno che d’estate?  Questo non è più un problema, ma un’emergenza. Come tale va trattata. Magari partendo proprio dalla Toscana che ha registrato l’ultimo lutto e la rabbia dei pendolari.

GOVERNO – Il sindaco di Firenze-segretario nazionale del Pd, Matteo Renzi, che si dichiara al servizio del Paese, eserciti il suo ruolo di azionista di maggioranza del governo: chiami il premier Enrico Letta e, lasciando in secondo piano, almeno per una volta la legge elettorale, che è il suo vero pallino, lo inviti a convocare d’urgenza Mauro Moretti. Chiedendo soluzioni immediate. Lui ha ottenuto buoni risultati con l’Alta velocità? Bene, ora si applichi sul trasporto locale. Altrimenti sia il premier a dare una svolta. Per impedire altri morti sui binari e perdite di Pil. Di fronte alle emergenze si può esercitare un sano decisionismo.

Enrico Letta, matteo renzi, treni


Sandro Bennucci

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