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La sanità toscana rischia di finire fuorilegge

Il piano sanitario regionale è scaduto da 4 anni
Il piano sanitario regionale è scaduto da 4 anni

FIRENZE – Dall’acquisto dei vaccini alla nomina dei primari, tutte le delibere della sanità toscana degli ultimi 4 anni rischiano di essere dichiarate illegittime. Clamoroso? Sì, perché questa è una Regione che spende, per ricoverare e curare 3 milioni e mezzo di toscani, ben 6 miliardi e mezzo di euro l’anno, cioè i tre quarti del suo bilancio. E anche perché,  fino a qualche tempo, fa era considerata fra le prime tre, ossia al top, a livello nazionale.

Il problema? Manca il piano sanitario, ossia la cornice di tutti gli atti di spesa e di programmazione. L’ultimo è scaduto il 31 dicembre 2010. Da anni Stefano Mugnai (Pdl-Forza Italia), vicepresidente della commissione sanità del Consiglio regionale, lancia l’allarme spiegando che potrebbe bastare un’impugnazione davanti alla magistratura per fermare l’attività di tutte le Asl  delle Aziende ospedaliere. Luigi Marroni, assessore alla sanità, ha sempre reagito con una scrollata di spalle: “Polemiche dell’opposizione…”. Ma a prendere autorevolmente posizione, ora, ci ha pensato Alberto Monaci (Pd), presidente del Consiglio regionale, che ha inviato una sorta di ultimatum al governatore, Enrico Rossi: “La giunta presenti il nuovo piano sociosanitario integrato, fonte di legittimazione delle politiche regionali, permettendo così alla Toscana tornare nel rispetto pieno delle norme”.

La lettera di Monaci rappresenta il disagio istituzionale causato dalla perdurante assenza di un atto obbligatorio come il piano sanitario, che è appunto l’unico strumento capace di dare legittimità a tutti gli atti del servizio sanitario. Monaci invita Rossi a presentare con urgenza il piano.  E ricorda di aver partecipato nelle scorse settimane a una seduta della commissione sanita’ in cui era prevista una comunicazione dell’assessore al diritto alla salute Luigi Marroni sulle priorità per il 2014. “Immaginavo – scrive Monaci – che venisse annunciata la presentazione un atto che ricostituisse la legalita’ delle politiche sanitarie. Ma così non è stato”.

Il problema? Il Pd è spaccatissimo. C’è chi vuole l’accorpamento delle Asl e chi invece le difende per non perdere remuneratissime poltrone dirigenziali. C’è chi spera ancora di mantenere in vita, sotto mentite spoglie, le società della salute, pura emanazione della politica,  e chi, invece, non ne vuol più sentir parlare. C’è chi vorrebbe un sistema più aperto al privato (profit o non profit) e chi invece resta su posizioni ideologiche ferme e ritiene accettabile un solo soggetto privato: le cooperative. L’assessore Marroni, da 13 mesi, dichiara di voler ridurre le centrali del 118, ma poi non riesce a gestire nemmeno l’accorpamento di quella di Prato con Firenze.

Morale? Nodi aggrovigliatissimi. Che però vanno sciolti rapidamente. Altrimenti, come spiega Monaci, la sanità regionale rischia la paralisi. E i toscani si che si ammaleranno lo potranno fare … a loro rischio e pericolo.

 

 


Sandro Bennucci

Direttore del Firenze Post Scrivi al Direttore

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