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Nel primo trimestre 2013 -0,6% per l'export toscano

Toscana, contributi Ue solo a chi esporta

Continua l'effetto positivo dell'export toscano
Continua l’effetto positivo dell’export toscano

FIRENZE – In tempi di crisi, esulta chi perde meno. Lo fa la Toscana che, stando all’analisi dell’Irpet (l’istituto regionale di programmazione economica), ha registrato negli ultimi anni perdite inferiori alle altre regioni sul fronte delle esportazioni, di gran lunga superiori alla media italiana, grazie anche a un gruppo di imprese manifatturiere dinamiche che spingono l’economia regionale versi nuovi sentieri. Particolarmente soddisfatto il governatore, Enrico Rossi, che ha annunciato di voler indirizzare proprio su queste avanguardie della produzione i contributi comunitari 2014-2020, come premio e incentivo  alla loro intraprendenza. Quante sono? 3.200-3.500. A quanto pare un’elite.

C’è però da chiedersi perché le altre non siano riusite ad essere virtuose. Dalle organizzazioni di categoria, sia pure non ufficialmente, tira aria di polemica: si accusa la politica di non aver aiutato le imprese e, soprattutto, di metterle a dura prova, schiacciandole con le tasse che in altre nazioni sono poco più di un terzo rispetto a quelle italiane, e sottoponendole a un’infinita serie di adempimenti che fanno salire enormemente i costi di produzione.

In ogni caso, l’Irpet certifica che la Toscana regge meglio: questo vale, dall’inizio della crisi, per l’andamento del Pil (Toscana -4,3%, Italia -5,9%), degli investimenti (-4,2% rispetto al -13,1 nazionale) e dell’export (Toscana +16,6%, Italia 2,6%)”. Secondo il direttore de,ll’istituto,  Stefano Casini Benvenuti, la Toscana e’ la regione italiana che dall’inizio della crisi ha saputo maggiormente accrescere le sue vendite all’estero e tenere meglio su altri fronti come il Pil o l’occupazione. Questo fenomeno lo ritroviamo in più settori del manifatturiero, da quelli più tradizionali e quelli meno. Ma Casini Benvenuti insiste su un punto: bisogna cambiare, innovare, riprogrammare. Chi non avrà la capacità di adeguarsi ai tempi non avrà la possibilità di sopravvivere nel mercato. Solo la politica, a quanto pare, può permettersi di restare inerte, a guardare e a stilare classifiche.

 

 

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