Giani-Nardella: primarie? No, finte alla Cuadrado
Entrambi consiglieri d’amministrazione della Fiorentina in quota Palazzo Vecchio, e assidui frequentatori della tribuna d’onore dello stadio Franchi, Eugenio Giani e Dario Nardella si devono essere immedesimati in Cuadrado. Che ha un repertorio inesauribile di finte e controfinte, ma spesso difetta in concretezza: tira poco in porta per la disperazione di Montella. Anche loro, vogliosi di entrare da padroni di casa nella sala di Clemente VII, passano da un’intervista all’altra con movenze cuadradesche: prima ammettono di voler stare disciplinatamente ai comandi di Renzi, che ha assegnato i ruoli preferendo non vedere lotte fra renziani, poi dichiarano che, in fondo, farebbero volentieri le primarie.
Stuzzicato da possibili competitori, come Claudio Fantoni, ex assessore e soprattutto componente del coro del Maggio, da Andrea Barducci, nostalgico dei tempi in cui il partito era alle Botteghe Oscure invece che al Nazareno, il di nuovo vicesindaco Nardella ha dribblato: “Io voglio fare le primarie, non posso essere candidato sindaco senza un voto…”. E Giani, che sembrava assuefatto alla prospettiva di sedersi su una poltrona di sottosegretario allo sport rinuncia al sogno, cullato da sempre, di fare il sindaco di Firenze, pensa a una conferenza stampa per modellare meglio il suo pensiero e le sue reali aspirazioni.
Piroette alla Cuadrado, appunto. Quando tutt’ e due sanno bene che il sindaco-premier ha già deciso che il Nardella dovrà prendere il suo posto e garantire la continuità renziana a Firenze, mentre Giani dovrà accontentarsi di fare il sottosegretario, dando le dimissioni sia da presidente del consiglio comunale, che sembra il meno visto il mandato agli sgoccioli, ma soprattutto da consigliere regionale con possibilità di ricandidarsi per la legislatura 2015-2020. Allora, invece di esibirsi in slalom su primarie virtuali, bisognerebbe che Giani, per quello che gli compete, ma soprattutto Nardella, cominciasse ad affrontare dentro il Pd i nodi da sciogliere che Renzi lascia: la nuova pista di Peretola contestata dal candidato piddino a sindaco di Prato; Firenze Fiera, che incontra l’ostilità dei consiglieri regionali di maggioranza non fiorentini; il famigerato tunnel per l’Alta velocità; le nuove linee della tramvia. La concretezza che tutta Italia chiede a Renzi può essere pretesa da chi vuole governare guidare questa città. In fondo, anche Cuadrado qualche volta tira. E magari segna. Anche se spesso non basta per vincere.