Morto dopo l’arresto: dall’autopsia nessuna violenza sul corpo

FIRENZE – Dall’autopsia di Riccardo Magherini, l‘uomo morto per infarto dopo essere stato arrestato ieri dai carabinieri, non sono emersi segni che facciano pensare a un decesso dovuto ad atti di violenza. in particolare non sono stati riscontrati traumi nella regione addominale e toracica. Evidenti escoriazioni sono state invece riscontrate sulle nocche delle mani, all’altezza delle ginocchia, nella zona parietale del cranio e sul naso. Per stabilire definitivamente le cause della morte gli investigatori attendono l’esito degli esami tossicologici.
«Dall’autopsia emerge che non c’è stato un pestaggio, ma alcuni elementi restano da approfondire. Allo stato non abbiamo la causa dell’arresto cardiaco». Lo dice il legale della famiglia Magherini, avvocato Luca Bisori. «Ci sono i segni – aggiunge però – di una costrizione in posizione prona e faccia a terra. Era notte, siamo a marzo, Riccardo era a torso nudo e ci sono dei testimoni che dicono che in quella posizione è rimasto per un tempo prolungato. Ecco, va approfondito se tutto ciò ha avuto un ruolo nel determinare la morte».
Il fascicolo aperto dal pm Luigi Bocciolini resta a carico di ignoti. Le indagini sono condotte da un pool composto da carabinieri e poliziotti. Come era stato spiegato ieri dai Carabinieri Magherini era stato immobilizzato a terra da quattro militari e ammanettato poiché, in forte stato confusionale, aveva danneggiato due vetrine, sfondandole a spallate, e rubato un telefono cellulare. Sul posto era arrivata un’ambulanza senza medico a bordo, chiamata dai carabinieri. A causa dello stato di fortissima agitazione dell’uomo, i soccorritori avevano deciso di chiedere l’intervento del medico per procedere con una sedazione. Arrivato sul posto, il medico del 118 ha constatato che il quarantenne si trovava in arresto cardiaco.
