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I fiori davanti alla chiesa di San Simone e Giuda a Firenze

Ucraina, a Firenze veglia di preghiera per i morti di Kiev

I fiori davanti alla chiesa di San Simone e Giuda a Firenze
I fiori davanti alla chiesa di San Simone e Giuda a Firenze

FIRENZE – Fiori, candele accese, fotografie, pezzi di stoffa con i colori giallo e azzurro della loro bandiera. Li ha messi la comunità ucraina fiorentina sul sagrato della chiesa dei Santi Simone e Giuda in via dei Lavatoi a Firenze nel quartiere di Santa Croce. È lì che domenica prossima 9 marzo (dalle 16 alle 17) centinaia di persone si riuniranno in una veglia di preghiera, per invocare la pace sull’Ucraina e non dimenticare i morti di Kiev e le sofferenze della popolazione in queste ultime settimane.

COMUNITÀ – L’annuncio viene da padre Volodymyr Voloshyn, 41 anni, cappellano della comunità religiosa greco cattolica, che anche attraverso FirenzePost lancia l’appello alla massima partecipazione all’evento. Originario di una piccola località vicino a Leopoli, non lontano dal confine nord con la Polonia, vive a Firenze da 11 anni. Fanno riferimento a lui i fedeli che ogni domenica si recano in quella chiesa per un momento di vicinanza e di raccoglimento. La stessa dove celebrò messa l’arcivescovo di Firenze Giuseppe Betori il 18 novembre 2012 in occasione del decimo anniversario della fondazione della chiesa greco cattolica a Firenze.  «Sono giorni terribili per tutta la nostra comunità – dice padre Volodymyr – persone che vivono qui a Firenze e soffrono per i loro parenti rimasti in Ucraina. È gente che lavora tutto il giorno per mantenere anche due famiglie. Pregheremo tutti uniti per la pace nella nostra terra e per tutta la popolazione, indipendentemente dalla religione di appartenenza».

CONSOLATO – «Le cose a Firenze sono ancora più difficili da quando è stato chiuso il consolato un mese fa – dice ancora padre Volodymyr – che era un importante punto di riferimento per tutta la nostra gente. Ora bisogna rivolgersi all’ambasciata di Roma e tutto è più difficile». La notizia risale ai primi di febbraio, quando al console onorario di Ucraina a Firenze dottor Angelo Vidaich arriva – inaspettata – una lettera dell’ambasciatore in Italia Yevhen Perelygin con cui si comunicava la decisione del ministero degli esteri di Kiev di non rinnovare l’accordo per il mantenimento del consolato onorario. Di fatto la chiusura del consolato stesso, alla vigilia dei cambiamenti di governo a Kiev e della situazione di alta tensione in tutto il paese, con le truppe russe prossime alla Crimea.

GOVERNATORE – Di tale circostanza si era fatto interprete anche il governatore della Toscana Enrico Rossi, ricevendo il 22 febbraio i rappresentanti della comunità ucraina che – a quanto risulta all’ (ex) consolato –  conta almeno 60.000 persone tra Toscana e Umbria, di cui 10.000 solo tra Firenze e Prato. «Come Regione non abbiamo poteri specifici – aveva detto Rossi al termine dell’incontro – ma scriverò una lettera all’ambasciata ucraina a Roma, per chiedere la riapertura del consolato onorario qui a Firenze».

Ucraina 2MANIFESTAZIONE – Ieri intanto un gruppo di ucraini ha manifestato davanti al consolato onorario della Russia a Firenze, con cartelli da «Crimea è ucraina», a «No alla guerra in Ucraina» e «Putin go home».  Nel pomeriggio presso il Consiglio regionale della Toscana si è svolto un incontro con Natalia Vitrenko, presidente del Partito Socialista progressista ucraino. «Spero che al più presto vengano svolte le elezioni in Ucraina – ha detto – perché adesso il potere di Kiev non é legittimo. Il più grande pericolo è che i partiti neofascisti in Ucraina hanno preso tanto potere e chiediamo al resto del mondo di evitare l’attività di questi partiti affinché non arrivino a prendere tutto il Paese».

 


Sandro Addario

Giornalista

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