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Il Pd: «Nardella sindaco? Non sarà una colpa»

Salgono I Consensi Del Pd 604x453

Gentile Direttore, prendo spunto dall’articolo «Pd, primarie finte. Ma ora serve uno sfidante vero» e con l’occasione le trasmetto alcune mie osservazioni sulle primarie indette dal PD di Firenze di cui sono Segretario cittadino.

Nelle settimane scorse in molti, soprattutto all’interno del PD, avevano gridato allo scandalo immaginando che Dario Nardella sarebbe stato candidato a sindaco senza passare dal vaglio delle primarie. Immaginando in sostanza che la segreteria cittadina del PD avrebbe blindato la candidatura dopo che Matteo Renzi, appena incaricato presidente del consiglio, aveva deciso di nominare Nardella vicesindaco. E nella convinzione che le primarie non vi sarebbero state pullulavano ovunque numerose candidature. Tuttavia, quanti già si dolevano della mancanza di democrazia interna al partito avevano fatto male i loro conti. E infatti da segretario del partito, come già peraltro mi ero impegnato a fare nei mesi scorsi nel caso in cui Matteo Renzi avesse rinunciato a correre per un secondo mandato, ho ufficialmente aperto la fase delle primarie.

COALIZIONE -Due erano le ipotesi: primarie di partito o primarie di coalizione. Abbiamo optato per le primarie di partito per alcune ragioni. Innanzitutto, ad oggi non esiste ancora una coalizione di centrosinistra alleata al PD. Stiamo lavorando con l’obiettivo di costruirla e alcuni partito del centro-sinistra fiorentino sono interessati a costruire con noi una alleanza vincente. Ma la coalizione non esiste ancora. E sarebbe stato davvero curioso indire di primarie di coalizione in assenza di coalizione. In secondo luogo, perché a primarie di coalizione avrebbe realisticamente partecipato un solo contendente del PD (questo in virtù delle regole statutarie del Partito che prevedono un numero di firme necessarie per la presentazione della candidatura notevolmente elevato). E dunque avrebbe partecipato il solo Nardella. Immagino già le immediate polemiche di aree, più o meno ampie, del partito a seguito di una soluzione del genere. Si sarebbe gridato allo scandalo sostenendo che a candidati interni al PD e certamente competitivi veniva preclusa la possibilità di sfidare Nardella. Peraltro, se l’accusa rivolta alle primarie di partito è che, data la forza di Dario Nardella, esse siano poco competitive, sarebbe da spiegare per quale ragione sarebbero state più competitive primarie di coalizione in cui il Partito democratico (che solo alle Politiche di un anno fa ha conquistato in città il 42% dei consensi) avrebbe schierato Dario Nardella e il Centro democratico di Tabacci (alle ultime politiche a Firenze ha ottenuto un risultato pari allo 0,3%) avrebbe schierato Cristina Scaletti. Dunque, primarie sì e di partito.

CONTENDENTI– Dei moltissimi contendenti dei quali si ipotizzava la corsa si sono ben presto perdute le tracce (peraltro, molti di loro avevano già comunicato che non erano interessati). Sono pertanto rimasti in campo a contendere la vittoria a Dario Nardella Alessandro Lo Presti e Iacopo Ghelli. Si dice, tuttavia, che queste sono primarie ”finte” perché Nardella è troppo più forte. “Finte” certamente no. Perché non vi è nessun accordo tra i candidati e non seguirà nessuna logica spartitoria. Chi vince guida il Partito alle elezioni. Chi perde dà mano senza ricevere nulla in cambio. E’ la regola non scritta delle nostre primarie. Semmai qualche osservatore ipotizza primarie scontate. Su questo vorrei rilevare che è certamente vero che la candidatura di Dario Nardella esprime una forza e una autorevolezza difficilmente attribuibile alle altre candidature. Tuttavia, una competizione libera e aperta è per sua definizione incerta sino a quanto non si conteggiano i voti, una volta chiuse le urne. Quindi, se è scontata lo diranno gli elettori con il loro voto e non le segreterie di partito.

RISULTATO -Infine, anche qualora emergesse un risultato netto a favore di Dario avremo ottenuto due importanti risultati. In primo luogo, avremo consentito una manifestazione democratica per la scelta del candidato sindaco. Ancora una volta siamo l’unico Partito che in città consente ai cittadini di effettuare questa scelta (l’azione di Fratelli d’Italia in tal senso sembra più rivolta contro gli alleati di Forza Italia). E non mi pare poco in un periodo in cui i Partiti, anche attraverso legge elettorali “discutibili”, affossano il ruolo dei cittadini. In secondo luogo, questa campagna consente al Partito democratico di aprire anticipatamente la fase di discussione e confronto con i cittadini sull’idea di città, su proposte e progetti concreti. Insomma, ciascuno può legittimamente contestare le azioni che il Pd mette in campo. Io però rivendico l’apertura di un percorso che coinvolge i cittadini in scelte così importanti. Mi auguro pertanto che il 23 marzo i fiorentini vorranno partecipare ed esprimere la loro preferenza. Il problema in conclusione può, allora, ridursi al fatto che la candidatura di Nardella sia percepita così forte e apprezzata da essere ritenuta vincente alle primarie e poi successivamente alle elezioni. Ma questo non è ovviamente un problema per i Democratici fiorentini. Lo è semmai per altri partiti e movimenti. Ma noi non ci permettiamo di mettere bocca in casa di altri.

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Federico Gianassi

Segretario cittadino Pd Firenze
redazione@firenzepost.it

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