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Toscana, dai colletti bianchi al riciclaggio: la mafia avanza

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FIRENZE – «In Toscana occorre fare attenzione anche alla mafia dei cosiddetti colletti bianchi. Quella che non spara, ma che è altrettanto pericolosa perché induce aziende e operatori alla miseria e non di rado, purtroppo, anche a suicidi». Lo ha detto Marco Manneschi presidente della commissione Affari istituzionali del Consiglio regionale, alla presentazione dell’indagine conoscitiva «Analisi dei fenomeni di criminalità organizzata in Toscana». Da non sottovalutare il numero di segnalazioni di operazioni sospette pervenute agli organi di Vigilanza: nel 2013 sono state in tutto 312, quasi tutte da istituti bancari. Pochissime quelle da professionisti e società fiduciarie. «Occorre insistere in questo settore, puntando soprattutto alla collaborazione con gli ordini professionali» ha detto Manneschi.

«La Toscana non è un’isola felice. La mafia c’è.  Anzi, le mafie ci sono», è scritto nella relazione 2013. Il documento spiega che le organizzazioni criminali con sede operativa in Toscana «censite» con inchieste giudiziarie sono 35. «Ma quante non lo sono ancora? Quante in corso di insediamento?» si chiede la commissione.

«Le mafie – è scritto nella relazione – non puntano, per il momento, al controllo del territorio, essendo più interessate a fare affari e quindi a servirsi di mezzi non violenti. Non si presentano con la coppola e la lupara ma si infiltrano, soprattutto nelle aree dell’economia legale, avendo come finalità principale, al momento, quella del riciclaggio del denaro illecito. Siamo fra le Regioni dove si ricicla più denaro. Eppure da noi il fenomeno è sottovalutato».

«La presenza della mafia siciliana in Toscana – continua la relazione – in questo momento è minoritaria. La maggior presenza attualmente si ha rispetto alla ‘ndrangheta e alla camorra». Per quanto riguarda le formazioni criminali straniere, «la Toscana vede la presenza rilevante di quelle albanese, romena, dell’ex Urss e cinese».   La relazione è stata presentata in consiglio regionale, oltre che da Manneschi, dalla presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi, e dai consiglieri toscani Stefania Fuscagni (Fi e portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale), Alessandro Antichi (Fi) e Marco Spinelli (Pd).

 

 

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