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Toscana, agricoltura come argine contro la crisi

Tuscany hills Italy

FIRENZE – Crisi economica? Macché. In Toscana la produzione agricola è stabile, anche se cala l’occupazione. A dirlo è il rapporto sul sistema rurale regionale dell’istituto regionale per la programmazione economica della Toscana, che è stato presentato stamattina a Firenze, nella sede della regione di piazza del Duomo, alla presenza dell’assessore all’agricoltura Gianni Salvadori. Il messaggio lanciato dall’Irpet, in sostanza, certifica che in una fase di grande crisi economica generale, come quella che stiamo attraversando, la produzione agricola e agroalimentare toscana ha rafforzato il proprio ruolo. «Il sistema rurale toscano – Tra congiuntura e struttura alla vigilia della nuova programmazione», ecco il titolo del rapporto 2013 sul settore primario. In esso si evidenzia il ruolo trainante che il settore agricolo ha assunto oggi rispetto al passato, forte delle sue peculiarità: il territorio ed il paesaggio.

IMPRESE D’ECCELLENZA – Ce lo diciamo da tanto: è l’eccellenza che ci tiene a galla nel mercato globalizzato. Ecco allora 260 aziende individuate dall’Irpet nel settore agroalimentare, che si sono distinte come imprese «d’eccellenza», parametrata quest’ultima su qualità e tipicità. Si spiega il forte processo di espansione che hanno avuto pur in periodo di crisi. Altri numeri confortanti sono quelli che riguardano le tante piccole imprese che stanno intraprendendo percorsi di sviluppo innovativi; per esempio nella filiera corta o nei servizi connessi all’agricoltura. Il rapporto prosegue evidenziando i 42 progetti integrati di filiera che sono stati presentati nel 2012, con i quali sono stati proposti circa 120 milioni di euro di investimenti. È stato possibile finanziarne la metà: 21 filiere che hanno visto la partecipazione di quasi duemila imprese.

EXPORT – Capitolo esportazioni. In Toscana comanda la tradizione: vino ed olio sempre al top, insieme alle piante. Le esportazioni dei prodotti agricoli e agroalimentari toscani nel 2013 hanno superato la soglia dei 2 miliardi di euro. Un dato in aumento, rispetto al pur ottimo 2012. E il surplus positivo della bilancia agroalimentare della Toscana è ora di +121 milioni. Si spiega nel rapporto che il valore delle esportazioni è più che doppio rispetto a quello dei prodotti dell’industria cartaria e circa equivalente alla somma delle esportazioni di prodotti tessili e di mobili che un tempo caratterizzavano la Toscana. Questa la speciale classifica dei prodotti esportati: vino, con 770 milioni di esportazioni nel 2013, olio (543), piante (216), prodotti da forno (141).

BIOLOGICO – Da non trascurare l’attenzione sempre maggiore che il mercato pone verso i prodotti biologici, sia dalla parte del consumatore che, di conseguenza, da quella del produttore. Il 5% della superficie agricola è convertito al biologico. Mentre le produzioni con denominazione di origine coprono il 10% del totale; cinquemila aziende in più dell’anno precedente, che rappresentano il 9% delle imprese italiane con denominazione di origine e il 20% del totale delle aziende agricole toscane (14.700 unità).

GIOVANI IMPRENDITORI – Non mancano le criticità. Si evidenzia la frammentazione aziendale, che si nota soprattutto in olivicoltura. La quasi totalità delle aziende ha una superficie inferiore a dieci ettari. Poi c’è l’età. L’imprenditore agricolo è mediamente troppo vecchio, oltre la metà ha più di 60 anni. Per questo il Programma di sviluppo rurale ha finanziato 15500 imprese al fine di promuovere processi di ristrutturazione e miglioramento produttivo. I problemi sono noti: difficoltà di accesso al credito, ai finanziamenti e al capitale fondiario, difficoltà di reperire manodopera specializzata e formata e anche l’aumentata incertezza dovuta al ciclo economico negativo. Ad oggi sono stati finanziati 1157 giovani toscani che si sono insediati per la prima volta in aziende agricole.

 

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