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Palazzo Montecitorio

Province addio. Anche la Camera ha votato il superamento

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ROMA – Province addio. Dopo il Senato, anche la Camera, con 260 sì, 158 no e 7 astenuti, ha approvato oggi in via definitiva il ddl Delrio su città metropolitane, province, unioni e fusioni di comuni. Si ridisegnano così confini e competenze dell’amministrazione locale in attesa della riforma del Titolo V della Costituzione, l’ultimo passo prima dell’abolizione delle province che intanto diventano enti territoriali di area vasta, di secondo grado (cosiddette nuove province).
CAMBIAMENTODal 1 gennaio 2015 in poi, le città metropolitane (che saranno nove: Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Napoli, Bari, Reggio Calabria, alle quali si aggiunge Roma Capitale) subentreranno alle province omonime. Sindaco metropolitano sarà il sindaco del comune capoluogo. I presidenti di provincia e le giunte provinciali corrispondenti alle 9 città metropolitane restano in carica fino al 31 dicembre a titolo gratuito. Questa precisazione era stata introdotta dal governo nel maxiemendamento su cui è stata posta la fiducia su richiesta della commissione bilancio per una questione di copertura finanziaria della legge.
PROVINCE – Nelle altre circoscrizioni, diverse dalle città metropolitane, sono previste, fino alla riforma del titolo V, che le abolisce, le nuove province, enti di area vasta i cui organi non sono più eletti dal corpo elettorale. Il presidente è eletto dai sindaci e dai consiglieri comunali della provincia, dura in carica 4 anni, e deve essere un sindaco. Sotto di lui ci sono il consiglio provinciale e l’assemblea dei sindaci, tutti ricoprono l’incarico a titolo gratuito.
Alle nuove province, enti di area vasta, spettano le funzioni in ambito di: pianificazione territoriale provinciale di coordinamento, nonché tutela e valorizzazione dell’ambiente, pianificazione dei servizi di trasporto in ambito provinciale, autorizzazione e controllo in materia di trasporto privato, costruzione e gestione delle strade provinciali e regolazione della circolazione stradale ad esse inerente; programmazione provinciale della rete scolastica; gestione dell’edilizia scolastica ; il controllo dei fenomeni discriminatori in ambito occupazionale e promozione delle pari opportunità nel territorio provinciale.
TITOLO V – In tal modo, visto che il processo di riforma costituzionale richiede tempi abbastanza lunghi, è quasi sicuro che le province corrispondenti alle città metropolitane spariranno dal 1 gennaio 2015, mentre tutte le altre dureranno, nella nuova veste, fino a quando non sarà attuata la riforma costituzionale del titolo V, già presentata dal Governo. La quale annovera quali organismi a livello centrale e locale soltanto lo Stato, la Regione, le Città metropolitane e il Comune. Le funzioni delle nuove province abolite, a quel momento, saranno ripartite con legge dello Stato e della Regione.
Il tempo ci dirà se ne sarà valsa la pena, ma intanto proviamo quanto meno a cambiare qualcosa. Finora le chiacchiere avevano sovrastato le realizzazioni concrete.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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