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Gli ambulanti di piazza San Lorenzo si sono incatenati per protesta

Si incatenano gli ambulanti di San Lorenzo. Dialogo tra sordi con il Comune di Firenze

 

Gli ambulanti di piazza San Lorenzo si sono incatenati per protesta
Gli ambulanti di piazza San Lorenzo si sono incatenati per protesta

FIRENZE – Gli ambulanti di piazza San Lorenzo si sono simbolicamente incatenati stamani alle loro bancarelle chiuse per richiamare ancora una volta l’attenzione sulla mancanza di lavoro, dopo lo «sfratto» deciso dal Comune dalla storica piazza obbligandoli a spostarsi in un’altra sistemazione. In piazza del Mercato Centrale (questa è la zona loro assegnata) – dicono – non c’è spazio e  soprattutto non ci sono turisti cui vendere. La prospettiva? La chiusura di circa 80 imprese commerciali. Mediazioni e tentativi di trovare una soluzione che venga incontro alle esigenze di tutti sono finora cadute nel vuoto.

Sembra un parlare tra sordi. Da un lato il vicesindaco (e candidato del Pd a sindaco) Dario Nardella che anche stamani, dopo la notizia della nuova protesta, ha ribadito: «Sulla decisione di liberare la piazza di San Lorenzo non si torna indietro. Abbiamo però ufficialmente avanzato una serie di proposte agli ambulanti per usare altre aree della città, come via Magliabechi, il Lungarno della Zecca, o la Loggia del Grano. Proposte rispetto alle quali noi attendiamo ancora ufficialmente una risposta». «Non si può solo protestare – ha aggiunto – e non dare soluzioni a delle proposte che sono state avanzate dal Comune. Abbiamo anche proposto altre alternativi credibili come quella di spostare gran parte del mercato, dalla fine dell’estate in poi, al piazzale Michelangelo, che noi pedonalizzeremo. Le proteste da sole, buttate così in campagna elettorale, non vanno da nessuna parte». Nardella ha poi sottolineato che «la piazza di San Lorenzo è di tutti, e oltre agli ambulanti vi sono i residenti, i commercianti, i cittadini e i turisti. Per questo martediì convocherò i rappresentanti degli ambulanti ma anche dei residenti e dei commercianti».

«Ma quale risposta dobbiamo dare?» dicono gli ambulanti. «Tutte le volte che ci siamo incontrati e abbiamo concordato informalmente una soluzione, ci è stato chiesto un progetto. Lo abbiamo presentato ma poi le intese sono state sempre disattese e abbiamo dovuto ricominciare da capo» dice Marcello Torelli della Fivag Telsa Cisl. «A voce ci dicono di presentare progetti – dice  – e poi sistematicamente lo bocciano. L’ultimo prendeva in considerazione la possibilità, lasciando libera la piazza, di tornare nel Canto dei Nelli, nei pressi delle Cappelle Medicee. Tra piazza Madonna e quell’area ci starebbero una trentina di banchi. Con quelli di piazza del Mercato Centrale – resa così più libera – potremmo in qualche modo sistemarci, magari facendo turni. Andare lontano dal deposito dei nostri banchi, come sul lungarno o al piazzale, è praticamente impossibile. Come si fa a portarli a mano tutti giorni, mattina e sera, dalla zona di San Lorenzo?». «Noi chiediamo solo di poter lavorare come prima – conclude – altrimenti dobbiamo chiudere. Capiamo che qualcuno, come alcuni negozi e i proprietari immobiliari, possano cogliere l’occasione per valorizzare altre attività commerciali o il valore degli appartamenti, ma farlo quando ci sono 80 imprese che stanno per chiudere è qualcosa che non possiamo condividere».

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