
Renzi non scimmiotti Berlinguer: semmai riporti in piazza Signoria il calcio storico

È la più bella piazza medievale del mondo. Non è un caso che Firenze l’abbia dedicata alla Signoria. Lì venne messo al rogo fra’ Girolamo Savonarola con i confratelli Domenico Bonvicini e Silvestro Maruffi. Lì fecero feste trionfali i Medici e i Lorena. Lì fu deciso che i resti di una lavanderia romana erano più importanti del David e del Biancone e si lasciarono, per mesi e mesi, scavi a cielo aperto protetti con reti da pollaio. Ma devono aver raccontato a Matteo Renzi che, sempre lì, negli anni Settanta (cioè quando lui era appena nato) Enrico Berlinguer tenne un memorabile comizio, parlando da un palchetto laterale, allestito all’inizio di via Calzaiuoli, per lasciare più spazio possibile a una folla oceanica. Oltre diecimila persone: compagni arrivati in massa dalle fabbriche, dalle scuole e dalle case del popolo di tutta la Toscana. Evento memorabile. Che deve aver acceso la fantasia di Matteo: facendogli immaginare l’effetto dell’intervento di chiusura della campagna elettorale, venerdì 23 maggio, in eurovisione, con lo sfondo degli Uffizi.
FOLLA – Ma chi ha sollecitato l’immaginazione del premier, fervida come poche altre, deve aver trascurato qualche robusta controindicazione. Non tanto l’infelice concomitanza della data (il 23 maggio sarà il cinquecentosedicesimo anniversario dell’esecuzione del Savonarola), quanto un rischio elevato: la difficoltà di attirare una folla composta da diecimila persone. Nessuna fabbrica e nessuna casa del popolo, oggi, è in grado di garantire le carovane di pullman e di auto dei tempi berlingueriani. E il Pd non è il vecchio Pci: questo è un partito spaccato in correnti e correntine, pronto a esplodere. O a implodere.
ARENA – Ma al di là dell’interesse spicciolo, elettorale e di bottega, ce n’è un altro più generale: che riguarda Firenze. Non era stato scelto di risparmiare a piazza della Signoria il ruolo di arena elettorale? Per rispetto di quello che è e di quel che conta agli occhi del mondo. Invece, dopo la discutibile prenotazione di Dario Nardella in nome di Matteo Renzi, si è scatenato il bomba libero tutti: nel senso che orde di candidatoni e candidatini ora vogliono parlare davanti al Ratto delle Sabine e a Giuditta che taglia la testa a Oloferne. Naturalmente senza spendere. Ma perché Firenze deve regalare il suo spazio più bello alla politica?
IDEA – Non sarebbe meglio sfruttare piazza della Signoria per grandi eventi legati alla storia? Dedicandola, per esempio, al calcio storico. Una provocazione? No, un’idea. Per celebrare, magari ogni anno, il 17 febbraio, la famosa partita dell’assedio del 1530. Una pagina di storia capace di riempire un momento tradizionalmente vuoto. Con un vantaggio in più: da tempo i calcianti (e soprattutto gli ex calcianti) dichiarano la loro disponibilità al servizio di Firenze. Coinvolgerli in un progetto complessivo e affidar loro la vigilanza della magica piazza potrebbe essere un affare. Anche perché non farebbero come i custodi del Colosseo che si rifiutano di lavorare, guarda caso, nella notte dei musei aperti. I calcianti sarebbero pronti a entrare in piazza, con una casacca come quella dei vigilini, quando fa buio. Volontariamente. Per fare un regalo a Firenze. A differenza della politica: che sfida la storia (23 maggio, ricordo savonaroliano…) e scimmiotta il passato per farsi propaganda a spese di questa città.
