Buonuscita-scandalo (5 milioni) a Pansa, ma ora si pensi ad AnsaldoBreda

Il nuovo consiglio di amministrazione di Finmeccanica, la cui maggioranza dei componenti è stata indicata dal governo Renzi, ha nominato nella sua prima seduta del 15 maggio scorso Mauro Moretti nuovo amministratore delegato della società, come annunciato ormai da un mese. Proprio Moretti fu protagonista, due mesi fa, di una polemica pubblica con il presidente del consiglio, in merito ai compensi dei manager pubblici. Se lo Stato interviene su tali compensi “deve mettere in conto che una buona parte vada via” disse allora Moretti. E Renzi, un mese dopo, ebbe modo di dichiarare che “Moretti ha detto sui compensi ai manager una serie di cose che non condividevo e non condivido. Le ha dette in un modo che non mi è piaciuto”.
Lo stesso consiglio di amministrazione di Finmeccanica del 15 maggio si è unanimemente profuso nei ringraziamenti per l’operato svolto dall’amministratore delegato e direttore generale uscente, Alessandro Pansa, ed “ha verificato la sussistenza dei presupposti per l’attribuzione al dottor Pansa di un’indennità compensativa e risarcitoria pari a Euro 5.450.000”.
Il Presidente della Regione Toscana, a fronte di tali deliberazioni, ha scritto nella sua bacheca Facebook: “Alessandro Pansa prende 5 milioni e mezzo come indennità compensativa dallo Stato per aver dovuto lasciare Finmeccanica. I lavoratori della Breda di Pistoia non sanno ancora che fine faranno. Posso dirlo? È uno schifo”.
Il presidente della Regione Toscana avrà sicuramente modo di chiedere spiegazioni in merito alla buonuscita del dottor Pansa a chi ha nominato la maggioranza dei nuovi consiglieri di amministrazione di Finmeccanica (presidente del consiglio e ministro dell’economia). A noi preoccupa, onestamente, altro. Ci preoccupa come lo Stato italiano affronta i temi di politica industriale.
In Francia, a fronte dell’offerta di acquisto del settore energia del colosso industriale Alstom da parte degli americani della General Electric, il governo ha approvato il 14 maggio scorso un decreto che estende il diritto di veto governativo in caso di acquisizioni estere di società nazionali operanti nei settori industriali della difesa, dell’energia, dei trasporti, dell’acqua, delle telecomunicazioni, e della salute pubblica. In barba a tutti.
In Italia si ripete continuamente che dobbiamo attirare investitori esteri, e poi vediamo che le proposte del governo-azionista alle assemblee dei soci dei due più importanti gruppi industriali italiani (ENI, Finmeccanica) in merito a nuovi criteri di onorabilità degli amministratori, vengono bocciate proprio grazie al voto contrario dei fondi di investimento esteri presenti nel capitale sociale. Ma allora, questi investitori esteri che cerchiamo di attirare in Italia, vogliono investire senza avere norme stringenti sull’operato degli amministratori, o le norme proposte sono fatte talmente male che vengono rifiutate proprio da chi viene in Italia a investire i capitali? Siamo condannati a vivere in uno stato di propaganda continua?
Ci preoccupa il futuro dello stabilimento pistoiese di AnsaldoBreda. Abbiamo motivo di ritenere che ancora esistano offerte per l’acquisizione del settore trasporti di Finmeccanica. L’8 maggio scorso, alla domanda se AnsaldoBreda e Ansaldo STS rimarranno italiane, il presidente del consiglio rispose : “Non sono ancora il portavoce di Moretti”. Ora i nuovi vertici di Finmeccanica hanno i poteri per agire.
