Mondiali 2014, l’Italia fa crac con la Costa Rica (0-1). Serve un pari con l’Uruguay per non tornare a casa. Le pagelle
RECIFE – Si scrive Costa Rica, si legge Corea del Nord? Si spera di no, ci si augura di cuore che il ricordo nefasto dei mondiali del ’66, quando gli azzurri vennero buttati fuori dagli asiatici, si stemperi in un bel successo, o almeno in un pareggio, con l’Uruguay martedì 24 giugno. Ma l’impressione lasciata dall’Italia nella seconda partita del Mondiale brasiliano è assai deludente. Se non proprio brutta. La sconfitta ci sta tutta. Il gol di Ruiz, nel finale del primo tempo, è stato un macigno impossibile da rimuovere.
L’Italia lodata e glorificata dopo la vittoria con l’Inghilterra si è liquefatta contro una Costa Rica appartenente, almeno finora, alla quarta o quinta fascia dei valori. E invece ha messo in mostra non solo una freschezza prevedibile, e dovuta alla maggiore abitudine a un clima dominato da caldo appiccicoso e afa, ma anche una capacità tecnica e tattica non comuni. Ha dominato per lunghi tratti il primo tempo, arrivando spesso davanti a Buffon. Può anche recriminare per un rigore che l’arbitro cileno non ha concesso nel finale della prima frazione: l’ancata di Chiellini a Campbell è stata assai evidente.
Giustificazioni per l’Italia? Quelli che erano stati osannati come gli eroi di Manaus, in particolare Candreva e Balotelli, stavolta sono apparsi appannati e in serie difficoltà. A Super Mario, in particolare, si deve imputare il grave errore nella migliore occasione da gol della partita: clamorosamente fallita a tu per tu con il portiere Navas, ancora sullo zero a zero. Sembrava la svolta, il colpo di reni degli azzurri fin lì (30’) in serie soggezione di fronte ai saettanti centroamericani. Invece no. E’ stata solo una fiammata destinata spengersi. E a non riaccendersi nemmeno neol secondo tempo, quando Prandelli ha mandato in campo, uno dietro l’altro, quasi a ripetizione, Cassano, Cerci e Insigne. Quest’ultimo è stato un vero fallimento: quasi sempre in fuorigioco e impreciso quando è iuscito a difendere il pallone e a portarsi in zona tiro. Poco incisivo Cassano, boccheggiante. E non positivo nemmeno Cerci. Che dire? Prandelli ha provato tutti gli attaccanti, tranne Immobile non brillante con l’Inghilterra. Sarebbe troppo facile, ora, rimproverare al ct di non aver portato Pepito Rossi, che sa fare il Fenomeno anche di fronte a difensori risoluti. Infatti non è il caso di affondare il dito nella piaga. Diciamo solo che il cammino dell’Italia, ora, diventa assai accidentato, legato com’è al match decisivo con un’Uruguay in ripresa, soprattutto corroborato dal ritorno del campioncino Luis Suarez. Prandelli ha solo quattro giorni per ridare fiducia, e una parvenza di gioco, a un’Italia rotolata dalle stelle alle stalle. Impresa non semplice. Ma occorre comunque aver fiducia.
BUFFON – E andiamo in cronaca diretta. Ha il coraggio del capitano, Gianluigi Buffon. Debutta nel Mondiale, riprende con forza la sua maglia, nonostante che nell’immaginario collettivo sia rimasta la bella partita del suo vice, Salvatore Sirigu, contro l’Inghilterra. A sorpresa scende in campo Barzagli, dato per assente fino a qualche ora prima. Prandelli gli ha chiesto se se la sentiva: lui ha risposto presente. Il caldo umido delle 13 di Recife toglie il fiato: però va un po’ meglio rispetto alla fornace di Manaus. La Costa Rica ci prova subito. E Borges (7’), in seguito a calcio d’angolo, gira di testa un pallone insidiosissimo che vola di poco sopra la traversa.
OCCASIONISSIMA – L’Italia è prudente. Perché la Costa Rica si rivela ben altra cosa rispetto alla squadra materasso che era sembrata al momento del sorteggio dei gironi. Giusto che gli azzurri la rispettino e giochino con il timore reverenziale mostrato contro gli inglesi. E’ infatti la squadra centroamericana a pressare di più, a fare gioco per una ventina di minuti. Buffon è costretto a intervenire ripetutamente, ma senza problemi. Così come Barzagli e Chiellini sono saracinesche davanti al portiere. Gli azzurri hanno l’umiltà giusta per battersi, contrastare e ripartire: magari tentando di far male. Ci potrebbe riuscire Thiago Motta (26’) che tira da fuori area, con lo specchio della porta di Navas spalancato davanti, ma il piede non è felice. Il pallone, sbilenco, finisce fuori di alcuni metri. E va fuori, incredibilmente, appena quattro minuti dopo,la più nitida occasione da gol costruita dall’Italia: Pirlo conquista palla a metà campo e riesce a pennellare un lancio di una trentina di metri per Balotelli, che scatta più veloce di tutti e tenta di saltare con una colombella Navas in uscita. Ma colpisce male, Super Mario, non dà al pallone la forza giusta per andare in rete. Anche questa è una conclusione sbilenca. Gran paura per Navas, che un attimo dopo deve intervenire ancora in tuffo sempre su Balo.
ROVESCIO – Ma la partita non è un monologo dell’Italia. Rovesciamento di fronte: Bolanos lascia partire un bolide da quasi trenta metri. Buffon si esalta respingendo in tuffo. Joel Campbell, gran protagonista della vittoria costaricana sull’Uruguay, cerca di farsi largo fra Chiellini e Barzagli. E potrebbe farcela al 42’, quando Chiellini liscia clamorosamente lasciando a Campbell la possibilità d’involarsi in area. Contrastato e messo giù. Rigore? Probabilmente sì. Ma l’arbitro dice no. Fra le proteste. Che durano poco perché il Costa Rica va in vantaggio: Ruiz svetta di testa in area e manda il pallone a sbattere sotto la traversa e quindi in porta. E’ gol. Dopo tre-quattro colpi di testa simili, sui quali l’Italia non ha preso provvedimenti, ecco la botta temuta, capace di cambiare risultato e volto alla partita.
Prandelli corre ai ripari. Toglie Thiago Motta e inserisce Cassano per dare una mano a Balo, troppo isolato nel primo tempo. C’è nervosismo nel tunnel degli spogliatoi, i costaricani rimproverano agli azzurri di essere stati graziati per il rigore non dato. Prandelli cerca di calmare i bollenti spiriti. Nella ripresa gli azzurri provano a prendere l’iniziativa. Le prime prove d’intesa fra Cassano e Balotelli falliscono. Allora si trasforma in attaccante Darmian (4’) che mette a dura prova il colpo di reni di Navas, che arriva a stento a deviare in angolo. Lo stesso portiere deve ripetersi un paio di minuti dopo su punizione ben pennellata da Pirlo. E’ troppo prevedibile l’azione azzurra. Il Costa Rica si barrica sulla tre quarti. Candreva non funziona, sbaglia troppo. Prandelli decide di sostituirlo con Insigne. C’è il tentativo di fare pressione sul pacchetto arretrato centroamericano, di metterlo in difficoltà e in confusione. Il rischio è di essere colpiti in contropiede Buffon (13’) deve uscire di piede per fermare un’incursione di Bolanos.
SOFFERENZA – Passano i minuti e l’Italia appare sempre in difficoltà. Il Costa Rica è più fresco e manovriero. Il clima, è ovvio, favorisce i centroamericani, ma la differenza non la fa solo l’umidità. Gli azzurri soffrono molto. E improvvisano. Il ct, allora, prova la terza scossa: Cerci al posto di Marchisio. Significa che i protagonisti della vittoria con l’Inghilterra, stavolta non funzionano. Oltre a Candreva e Marchisio, messi fuori, sbaglia tanto anche Darmian. E la retroguardia, imperniata sul tandem Barzagli-Chiellini, ora boccheggia. Chiellini è perfino goffo nei palloni respinti e nei tentativi d’appoggio. E’ brutta quest’Italia che, da fulgida vincitrice nella partita d’esordio, rischia ora di finire nella griglia delle europee deluse, tipo Spagna e Inghilterra. A distanza di pochi giorni dai peana, si profilano critiche roventi. Si profila il kappao (38’) ma Chiellini riesce a mutrare Urena, sostituto di Campbell. Premone gli azzurri con Cerci e Cassano. Balotelli è sparito. Quattro i minuti di recupero. Che non sono sufficienti per pareggiare una partita non solo storta, ma davvero mal giocata. E persa senza troppe giustificazioni. E’ troppo rievocare una pagina disastosa come quella dlla Corea del Nod ai mondiali del 1966? Invitiamo Balotelli & soci a farci ricredere.
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pierluigi
Ha detto tutto Sandro: speriamo che il buon Cavani non metta il sigillo al feretro, perchè più morti di così………………………