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Pubblica amministrazione: la spending review mette a rischio sicurezza e servizi essenziali

Matteo Renzi
Matteo Renzi: nelle sue mani la metaforica scure che si abbatterà sulla pubblica amministrazione

In tema di prefetture e sicurezza una rivoluzione è in arrivo, un’altra invece è rinviata a tempi migliori. Nella bozza del decreto legge delegato per la riforma della pubblica amministrazione era previsto anche un riordino delle forze di polizia e l’unificazione di Forestale e Penitenziaria con altri corpi. Nulla di tutto ciò ha superato il vaglio del consiglio dei ministri. «Accorpamento? No», ha detto Matteo Renzi in conferenza stampa, visibilmente corrucciato. Nel corso delle ore, in effetti, si erano moltiplicati i rumors. Un provvedimento così tranciante, messo a punto dalla Funzione pubblica, sia pure nel solco delle proposte avanzate a suo tempo dal commissario alla Spending Review, Carlo Cottarelli, avrebbe incontrato le sicura opposizione degli altri ministri interessati.

POLIZIE – E così la parte relativa alle polizie è stata stralciata dal decreto. «Comunque dovranno accorpare molte procedure per semplificare l`organizzazione e ridurre i costi», ha annunciato il ministro Marianna Madia.

PREFETTURE – Migliore fortuna, invece, ha avuto l`ipotesi di ridisegnare le prefetture. Cambieranno di nome. Diventeranno uffici regionali di governo. E già in questa definizione c`è la nuova configurazione e la nuova mission: ce ne sarà una per capoluogo di regione, e verranno eliminate molte altre che adesso sono situate in ogni capoluogo di provincia. Con il che si passerebbe da 106 a soltanto 20 sedi, uno sterminio epocale. Ma il governo non vuole esagerare nella falcidia dei suoi fedeli rappresentanti, e sono quindi previste deroghe per le zone ad alta densità criminale. «Ci rendiamo conto che in alcune aree del Paese occorre essere più presenti», ha spiegato il premier in conferenza stampa. E quindi si salirà probabilmente al tetto presumibile di circa 40 prefetture di cui Renzi ha parlato spesso. Questo sarebbe l`obiettivo del governo, che ci vuole arrivare attraverso l’emanazione di una legge delega che dovrà passare per il Parlamento.

STATALILa portata del provvedimento potrebbe essere però più ampia, perché, nell’ottica del completo riordino di tutta l’amministrazione statale in periferia, con l`istituzione degli Uffici regionali di governo non sarebbero soltanto 60 o 70 sedi di prefettura a scomparire, ma anche una miriade di uffici periferici dello Stato, situati nelle stesse circoscrizioni. «Deve essere chiaro che tutta l`articolazione periferica dello Stato seguirà la nuova geografia», ha ribadito Renzi. Quindi su base regionale.

DECLASSATESignifica probabilmente che dalle città «declassate» scomparirebbero questure, comandi dei Vigili del fuoco, dei Carabinieri, della Finanza, le direzioni provinciali della amministrazione finanziaria dello Stato, provveditorati agli studi, provveditorati alle opere pubbliche, e così via. Una rivoluzione, quasi una demolizione dell`impalcatura dello Stato come la conosciamo dall’unità d’Italia a oggi.

SICUREZZA – I rappresentanti della sicurezza sono già preoccupati dallo tsunami in arrivo. «Il governo – hanno scritto con nota congiunta i sindacati di polizia Siulp, Siap-Anfp, Silp-Cgil, Consap e Uil-polizia – sta per annientare ogni possibilità di difendere i cittadini e le Istituzioni dall’aggressione criminale». I sindacati annunciano battaglia e cominciano ritirando la firma dagli accordi sindacali che permettevano i doppi turni di servizio, «a cominciare dalle tutele ai politici». Deluso anche Gianni Tonelli, del Sap, che sperava almeno nell`accorpamento di Forestale e Penitenziaria: «I cittadini non possono più sopportare il carrozzone di sette forze di polizia».

Si tratta veramente di una rivoluzione annunciata, di cui si conosceranno in seguito gli esatti contorni. Rientra nella filosofia di questo Governo: intanto facciamo pagare i dirigenti pubblici e gli uffici statali. Per le Regioni, fonti di enormi sprechi, il conto verrà presentato, forse, in seguito. Sicuramente vi saranno opposizioni di burocrati, sindacati e potentati locali che vorranno mantenere gli uffici sui loro territori. Eliminati prefetti e prefetture, anche se sembra che rimarranno alcuni presidi supplementari sul territorio, oltre a quelli prefigurati, chi si occuperà di coesione sociale, sicurezza, immigrazione, accoglienza e anticorruzione? E speriamo che questa rivoluzione, da cui usciranno con le ossa rotte dirigenti e dipendenti pubblici, non provochi nefasti effetti per l’erogazione di servizi essenziali ai cittadini, in particolare quelli della sicurezza. Ma non ci meraviglieremmo, il Governo ci sta abituando a tanti dolorosi inediti.


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Paolo Padoin

Già Prefetto di FirenzeMail

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