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Concordia, stop della Francia alla rotta davanti alla Corsica. Partenza per Genova il 21 luglio

I lavori attorno alla Concordia per farla tornare a galleggiare
I lavori attorno alla Concordia per farla tornare a galleggiare

ISOLA DEL GIGLIO – L’eco delle rassicurazioni che ancora oggi il capo della Protezione civile, Franco Gabrielli, ha dato sull’assenza di sversamenti inquinanti dal relitto della Concordia non arrivano oltre confine. La Francia punta i piedi e pretende di conoscere con chiarezza la rotta che la Concordia seguirà nel lungo viaggio dal Giglio fino a Genova, visto che una delle ipotesi in campo è che la nave transiti non lontano dalle coste della Corsica. Ma la rotta non è ancora stabilita con precisione, ed è questo che inquieta i trasalpini. Nel pomeriggio di mercoledì 16 luglio sul sito del giornale Corse Matin è apparsa la lettera che il ministro dell’Ambiente francese, Ségolène Royal, ha scritto al sindaco della città corsa di Bastia, Gilles Simeoni.

«INCERTEZZA INACCETTABILE» – Ieri il primo cittadino aveva posto al ministro la questione dell’eventuale passaggio, potenzialmente pericoloso per possibili sversamenti di «sostanze inquinanti e idrocarburi», davanti alle coste dell’isola francese, in particolare a Capo Corso, «a 25 chilometri a largo», della Costa Concordia durante il tragitto verso Genova. Royal ha replicato affermando di aver contattato il prefetto per il Mediterraneo, vice-ammiraglio Yves Joly, domandandogli di essere vigile su tre punti «tra i quali l’itinerario preciso della nave». «In effetti informazioni varie circolano circa la vicinanza del passaggio della Concordia a largo di Capo Corso – scrive nero su bianco il ministro dell’Ambiente francese – e io auspico di avere informazioni esatte in tal senso poiché questa incertezza è inaccettabile». Royal, facendo proprie le preoccupazioni dei corsi, chiede anche «prova scritta» del pieno pompaggio degli idrocarburi dalla Concordia, onde evitare sversamenti.

LE OPERAZIONI SUL CAMPO – È stato intanto il forte vento che spazza in queste ore il mare del Giglio il protagonista della terza giornata di operazioni ingegneristiche e interventi tecnici attorno al relitto della Costa Concordia. La fase del rigalleggiamento della nave, cominciata lunedì scorso, procede complessivamente bene, ma sia il capo progetto tecnico di Costa Crociere, Franco Porcellacchia, che il coordinatore operativo sul campo, Nick Sloane, ammettono che si sta accumulando qualche ritardo, a causa del vento e causa del fatto che le catene che devono assicurare lo scafo ai cassoni sono estremamente pesanti.

LE FASI DI LAVORO – «Era comunque nei piani che ci potessero essere rallentamenti nelle operazioni – spiega Porcellacchia – la nave è riemersa di 3 metri (lunedì era stata spostata di 30 metri più a largo, ndr.). Dobbiamo farla riemergere di altri 15 metri». Le operazioni adesso andranno avanti gradualmente: «La nostra è un’attività che procede per step – ha precisato Porcellacchia durante il briefing pomeridiano coi giornalisti – è già riemerso il ponte 6 della nave, faremo riemergere il ponte 5, poi il 4 e infine il 3. I tempi? Non c’è una tabella precisa, l’obiettivo, alla nostra portata, è di terminare entro lunedì 21 luglio».

Quella di lunedì è una data chiave: da tempo Costa Crociere ha indicato il 21 luglio quale la data della partenza del relitto per il lungo viaggio (5 giorni previsti) fino a Genova per la demolizione finale. Si vedrà se sarà rispettata. Certo, potrebbe cambiare anche all’ultimo momento: tutto dipende, giorno dopo giorno, dalle condizioni meteo, che dovranno essere ottimali. In ogni caso i primissimi giorni della prossima settimana sembrano a oggi i più indicati per la data della partenza.

L’AZIONE DEL MARE – Sul rallentamento nelle operazioni odierne per il rigalleggiamento della Concordia – Nick Sloane ha parlato di 12 ore di ritardo – è intervenuto oggi anche il Capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, di nuovo sul’Isola del Giglio. «Abbiamo qualche problema con le catene – ha ammesso davanti ai cronisti – ma siamo tranquillamente nel range di 5-7 giorni che ci eravamo dati per completare il rigalleggiamento della nave». Poi una stoccata polemica contro «chi continua a parlare di possibili sversamenti inquinanti in acqua». Per Gabrielli: «È impressionante la qualità delle acque e l’azione di pulizia svolta dal mare» dal naufragio del relitto a oggi.

 

 

 

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Domenico Coviello

Giornalista

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