Toscana, produzione manufatturiera ancora stagnante
FIRENZE – Secondo i dati dell’indagine condotta da Unioncamere Toscana e Confindustria Toscana, per l’industria toscana la svolta attesa non si è ancora materializzata: la produzione manifatturiera tarda a ripartire, e ha chiuso il primo trimestre del 2014 con un nuovo leggero arretramento (-0,2% rispetto al corrispondente periodo del 2013, quando la flessione era del 4,9%) dopo il -0,5% registrato negli ultimi tre mesi del 2013. A deludere non sono soltanto gli indicatori di produzione, ma anche quelli relativi alla domanda, tipici di una fase di stagnazione; il fatturato ha chiuso il trimestre con un dato leggermente negativo (-0,1% in termini nominali); gli ordinativi hanno fatto registrare un incremento trascurabile (+0,2%), comunque inferiore al già modesto +0,5% del trimestre precedente; ed anche la dinamica dei prezzi di vendita resta infine inchiodata attorno a “quota zero”, facendo segnare una crescita del tutto marginale anno su anno (+0,2%). Si tratta del nono trimestre consecutivo in cui la crescita dei listini di vendita resta al di sotto dell’1%, un evento che non si era mai verificato nel corso degli ultimi dieci anni (l’indicatore viene rilevato dal 2004).
ESTERO – Ancora una volta, è soprattutto la componente estera a salvare il bilancio del trimestre, grazie ad una crescita sia del fatturato esportato (+1,9%) che degli ordinativi provenienti dai mercati internazionali (+1,1%). Le difficoltà nell’uscita da questa fase congiunturale si ripercuotono sul mercato occupazionale che, benché in terreno positivo, riporta una variazione decisamente troppo contenuta (+0,3%) per recuperare quanto perso negli ultimi anni. Anche i dati relativi alla Cassa Integrazione Guadagni, seppure complessivamente in diminuzione (-4,0%), sono fonte di preoccupazioni, soprattutto per come si presentano le tre componenti. Mentre la CIGO e la cassa in deroga flettono rispettivamente del 25,3% e del 26,2% per l’esaurirsi delle ore utilizzabili (nel primo caso) e dei fondi disponibili (nel secondo), la CIGS – destinata principalmente a casi di crisi aziendali o procedure concorsuali – continua a crescere in maniera sostenuta (+21,4%).
MEDIE IMPRESE – Tornano invece a crescere i livelli produttivi delle medie imprese quelle cioè da 50 a 249 addetti (+2,9%). Positivo anche il dato del fatturato (+2,4%) e degli ordinativi, che salgono del 2,9% sul fronte estero, mentre complessivamente raggiungono il +3,8%. In miglioramento inoltre l’occupazione (+1,4%). Continua poi a recuperare l’indicatore della produzione per le grandi imprese (oltre 250 addetti), che segnano una variazione del +2,3% trascinando il fatturato a +4,9%. Migliora inoltre di quasi cinque punti il grado di utilizzo degli impianti (da 61,5% a 66,1%), mentre il dato occupazionale risulta stabile. Preoccupazioni, sul fronte della domanda, provengono tuttavia dagli ordini, in diminuzione soprattutto sul fronte internazionale (-0,8%), e dai prezzi alla produzione, in calo deciso su base annua (-3,7%).
PICCOLE IMPRESE – Per quanto riguarda infine le piccole imprese (10-49 addetti), il quadro resta decisamente preoccupante. La produzione e il fatturato scendono entrambi del 3% ed anche gli ordinativi, se sul mercato estero si mantengono stabili, su quello interno evidenziano ancora difficoltà, tanto che il dato aggregato si ferma al -1,8%. In leggera flessione risulta inoltre anche il dato occupazionale (-0,4%).
SETTORI – Aumentano i settori in difficoltà A livello settoriale il quadro continua ad essere assai diversificato, anche se prevalgono i comparti in difficoltà (10 su 14 riportano flessioni produttive). Gli unici dati positivi riguardano il tessile (+3,1%), il pelli e cuoio (+2,3%), la farmaceutica (+15,7%) ed infine la componente residuale varie (+10,1%), grazie soprattutto ad oreficeria e cartario. All’interno del sistema moda restano invece preoccupanti i risultati dell’abbigliamento (-2,9%) e delle calzature (-1,8%). Peggiorano inoltre, rispetto al trimestre conclusivo del 2013, i dati del comparto alimentare, passato dal +0,5% del IV trimestre del 2013 al -5,3% di gennaio-marzo (anche per effetto della riorganizzazione di un’importante impresa presente sul territorio), dei metalli (dal +1,9% al -2,5%), della chimica, gomma e plastica, che dal -0,1% di chiusura 2013 si attesta al -8%, e dei mezzi di trasporto (-4,6% dopo il precedente -0,2%). La meccanica, l’elettronica, i minerali non metalliferi ed il legno e mobilio continuano infine a flettere in misura importante, non rilevando cambiamenti di rotta rispetto alla precedente rilevazione: rispettivamente -3,3%, -3,9%, -3,6% e -2,1%.
PACINI – Questo il commento del Presidente di Confindustria toscana, Francesco Pacini: «C’è bisogno di una scossa politico-economica adeguata, perché è necessario disincagliare la Toscana. Impresa, attrattività e lavoro devono essere le uniche priorità degli ultimi mesi della legislatura regionale. Con grande attenzione alle regole, alle semplificazioni e alla fiscalità: ci riferiamo – ad esempio – alla prossima manovra regionale, che dovrà avviare un percorso di progressiva riduzione della pressione fiscale sulle imprese ed essere orientata allo sviluppo del sistema economico, a partire dalla completa attuazione delle agevolazioni e delle misure previste dalla Legge competitività. E va colta appieno l’opportunità dei fondi europei, da attivare in tempi industriali, privilegiando gli interventi per lo sviluppo e utilizzando tutti i margini di spesa consentiti dal Patto di stabilità interno. Nell’immediato, va sostenuta la ripresa diffusa degli investimenti, in particolare in innovazione; nel medio periodo, va rilanciato il dinamismo e la competitività di tutto il sistema produttivo in termini di mercati, processi e prodotti. Siamo fra le piattaforme manifatturiere più importanti del Paese: è lì che vanno concentrati i nostri sforzi per rimettere in moto la Toscana.»
