Fecondazione eterologa, Rossi sfida il governo: la Toscana pronta ad accogliere anche genitori di altre Regioni
FIRENZE – Com’è sua natura nelle battaglie che ritiene di principio, Enrico Rossi attacca frontalmente il governo, incurante del fatto che il premier, Matteo Renzi, potrebbe poi “punirlo” mettendogli un rivale forte (il ministro Maria Elena Boschi?) nelle primarie per la presidenza della Regione Toscana.
“Il ministro Lorenzin non puo’ dire ‘fermatevi’ sulla fecondazione eterologa. La Corte Costituzionale ha stabilito che e’ vietato vietarla”. Rossi rivendica il diritto delle Regioni a prendere decisioni anche su questioni nazionali in sanità. Difende la delibera della sua giunta che ha recepito, primo fra tutti i governi regionali,la sentenza della Consulta sulle legge 40 e che
prevede che le coppie possano avvalersi della fecondazione eterologa con il contributo pubblico, pagando solo un ticket di 500 euro. E se nei centri arrivassero i carabinieri del Nas, come ipotizzato dal ministro Lorenzin? Rossi non fa una piega. E risponde: “Li saluteremo spiegando cosa abbiamo fatto, seguendo una linea che tra l’altro fino a pochi giorni fa, fino allo stop decreto, era anche quella del Governo”.
Il problema? Che la delibera venga impugnata. Anciora il governatore: “Se il governo lo farà ci difenderemo. Se invece non ci sarà nessun ricorso andremo avanti perché, va precisato, stiamo parlando di terapie per una patologia sociale in forte espansione, ossia l’ infertilita’. Si stima che in Italia siano 9 mila le coppie infertili che vorrebbero un figlio dall’eterologa e 4 mila di
queste vanno all’estero, pagando molti soldi. Ci sono
speculazioni che precludono l’accesso alla povera gente”.
Citando i dati europei sulla riproduzione assistita, il presidente della Regione Toscana allarga le braccia: “Quattromila italiani all’anno ricorrono a centri
esteri spendendo dai 2.500-3.000 euro in Ucraina, ai 7-8 mila in
Spagna. Io non so se la Toscana diventerà come la Spagna, accogliendo cittadini anche di altre Regioni, comunque saremo pronti ad accogliere tutti. E nella prossima seduta della conferenza dei presidenti delle Regioni dirò ai miei colleghi governatori di seguire, anche loro, i principi affermati dalla Corte Costituzionale”.
