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Inizia la scuola

«Caro ministro Giannini, i ragazzi non erano più somari quando la scuola apriva il primo ottobre»

Il ministro per l'istruzione, Stefania Giannini
Il ministro per l’istruzione, Stefania Giannini

Caro Direttore,

scrivo spinto dalla meraviglia che, in Italia, si sia persa la memoria. Nessuno sembra ricordare più che, una volta, le scuole cominciavano, senza catastrofi, il primo ottobre. E le generazioni di scolari che stavano in vacanza fino al 30 settembre non sono poi risultate ricche di somari. Al contrario, mi pare che il Paese abbia poggiato sulle spalle di chi studiava a quei tempi. Le scrivo, approfittando della disponibilità del suo giornale, FirenzePost, per rivolgermi direttamente al ministro che ha la delega sulla scuola: la lucchese Stefania Giannini. Scrivo nella veste di ex studente che sedeva sui banchi il primo ottobre; scrivo nella veste di padre di famiglia. Scrivo, infine, come segretario generale di un’organizzazione di categoria, Confesercenti Toscana, che ha sempre manifestato sensibilità ai problemi della scuola e dell’istruzione.

Sorprende, caro direttore e caro ministro, sentire di presidi che parlano della scuola come parcheggio delle famiglie, e sorprende scoprire che gli stessi dirigenti (!) parlano, a loro insaputa di ampliamento di vacanze impossibile. I giorni di lezione sono un certo numero per tutti. Aprendo il 1 ottobre, eventualmente, i dirigenti dovrebbero limitare lo spezzettamento delle lezioni, che sono spesso inutilmente interrotte, non credo proprio per esigenze didattiche.
Da anni le categorie economiche chiedono il cambiamento dell’inizio della scuola, perché l’ avvio all’inizio di settembre annullano ogni possibilità di sfruttare il mese ancora buono per le vacanze, che potrebbe essere una valida alternativa alle ferie di luglio e agosto, in termini di costi, per i bilanci delle famiglie. In Toscana, è vero, un passo avanti è stato fatto: uscita di scena la vicepresidente, e assessore all’istruzione, Stella Targetti, le cose sono cambiate. Quest’anno i ragazzi torneranno in classe il 15 settembre. Ma secondo me non basta. Credo che un ritorno al passato, a quando la campanella suonava il primo ottobre, non sia impossibile. Alunni e studenti non saranno più somari per questo. Mi spiego bene: non dico affatto che vanno diminuiti i giorni di lezione. Credo invece che si possa intervenire su quei giorni di vacanza che fanno la felicità del “genio pontieri”, ossia di chi approfitta di ogni sosta per agganciarne altre due o tre. Il limite lo abbiamo toccato a Pasqua 2014: quasi due settimane di stop alle lezioni.

Caro direttore e caro ministro, penso che si possa disegnare un nuovo assetto, capace di far fronte alle esigenze di tutti, compresi i presidi-balie dei ragazzi. Pensando anche a integrare e ampliare la stagione estiva, magari con azioni promozionali, calendari coordinati di iniziative e valorizzazione del territorio in collaborazione con la scuola. Come sta cercando di fare ora la Regione Toscana. Aspetto una risposta:
un “no” sarebbe troppo facile. E non risolverebbe nulla. Sarebbe utile spendere del tempo per parlarsi intorno a un tavolo. Con un ruolo dei ministri e del governo attivo e di spinta, non a preservare consuetudini e rendite. Pensando al domani.
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Massimo Biagioni

Segretario generale di Confesercenti Toscanaredazione@firenzepost.it

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