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Pensioni, un altro scippo. E tutti zitti sul megacontratto del ct azzurro Conte

Antonio Conte, dalla Juve alla Nazionale
Antonio Conte, dalla Juve alla Nazionale

Due discussioni stanno catalizzando l’attenzione, balneare o post balneare, degli italiani: l’ipotesi del nuovo scippo (sì, scippo e vedremo il perchè) che il governo starebbe per perpetrare a danno dei pensionati e il contratto stramilionario di Antonio Conte, nuovo ct azzurro.

Direte: sono questioni diverse, metterle insieme significa provocare. Invece sono lo specchio di un Paese che sembra aver perso il senso della misura. E, nel primo caso, di quel che è scritto nella Costituzione. Vediamo perché.

PENSIONI – Sulle pensioni è già un azzardo parlare di ipotesi. Perchè quelle alte (da 90 mila euro lordi l’anno in su) sono già tartassate dal 2011 da un contributo di solidarietà che la Corte Costituzionale aveva giudicato, appunto, incostituzionale. E non perché sia giusto o ingiusto. Incostituzionale e basta. Per il semplice, banale motivo che se lo Stato vuole può tassare tutti i redditi sopra una determinata cifra. Ma tutti: vengano da pensioni, stipendi o ricavi. Ogni reddito è uguale, o dovrebbe esserlo, davanti al fisco. Fuori dal dettato costituzionale, dunque incostituzionale, è pretendere di prelevare soldi da una categoria: quella dei pensionati. La tassa dei governi Berlusconi e Monti saltò.

SOLIDARIETA’ – Poi venne il governo Letta e la tassa sulle pensioni tornò sempre mascherata da contributo di solidarietà. Ma non basta. Ora, come sta spiegando molto bene su FirenzePost Paolo Padoin (prefetto ottimamente avviato sulla strada del giornalismo, complimenti davvero), Renzi e il ministro Poletti stanno mettendo a punto un piano per abbassare l’asticella e fare cassa anche a spese dei pensionati con assegni più bassi. Lo sanno, i nostri governanti, che non si può prendere soldi a una categoria di persone solo perché è la più trasparente e la più facile da colpire?

CONTE – E parliamo di Conte. Non certo perchè ce l’abbiamo con lui, ma solo per far rendere l’idea di come siano diverse le valutazioni quando si tratta di soldi (degli altri…). Allora: lo sanno i nostri governanti, assetati di moralismo a buon mercato, che la Nazionale di calcio non è un club privato dove certi presidenti possono spendere e spandere perché tanto il conto lo pagano loro? Un antico e pratico presidente del Coni, Giulio Onesti, definì quelli dei suoi tempi “ricchi scemi”. E’ vero che con i propri soldi ognuno fa quel che vuole, ma la Nazionale vive con i soldi di tutto il calcio. E il fatto che, nel caso di Conte, paga lo sponsor è solo una foglia di fico. Nessun ct azzurro ha mai guadagnato 4 milioni e mezzo l’anno. Non i vecchi e gloriosi allenatori federali – Ferruccio Valcareggi, Enzo Bearzot, Azeglio Vicini – capaci di portare gli azzurri alla conquista della Coppa del mondo o comunque sul podio dei mondiali. E nemmeno Marcello Lippi (trionfatore di Germania 2006) prendeva tanto. Domanda: come mai quei colleghi giornalisti che sparavano a pallettoni sul milione e 700 mila l’anno di Cesare Prandelli non dicono nulla di fronte ai 4 milioni e spiccioli di Antonio Conte? Prandelli ha perso e ha sbagliato molte cose, ma questo è un altro discorso. Aspettiamo almeno che Conte faccia vincere qualcosa alla Nazionale prima di gratificarlo così tanto.

INCOSTITUZIONALE – Ma torniamo al dunque: per prendere soldi ai pensionati bisognerebbe che il premier Renzi e il ministro Poletti decidessero di mettere nuove tasse a tutti, compreso il neo ct Conte. Impensabile in un Paese con il prelievo fiscale più alto al mondo? Certo, ma non ci sono vie d’uscita alternative. Se non la scelta, inaccettabile in un Paese di diritto, di mettere le mani in tasca a una sola categoria. Violando ancora, palesemente, la Costituzione.


Sandro Bennucci

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