Firenze, Eataly: Farinetti incontra gli scioperanti e lancia un appello a Renzi

FIRENZE – Come aveva annunciato alla festa dell’Unità di Bologna, Oscar Farinetti, patron della catena di store del cibo di qualità Eataly, ha incontrato oggi 8 settembre a Firenze i tre dipendenti del negozio di via Martelli che sabato 30 agosto avevano scioperato.
ASSUNZIONI – Su 97 dipendenti, lo store si è impegnato ad assumerne 50, entro gennaio prossimo, a tempo indeterminato, stabilizzando complessivamente 72 lavoratori. Fino a ora gli assunti a tempo indeterminato sono solo 22. Non tutti, però, saranno stabilizzati, così è scattata una giornata di mobilitazione, e in tre avevano incrociato le braccia. «Voglio incontrarli, senza problema, se c’è la possibilità di aiutarli lo farò», aveva detto Oscar Farinetti.
IL GOVERNO – In occasione della visita fiorentina, il patron di Eataly ha lanciato anche un invito a Renzi, rispondendo alle domande dei cronisti. «Renzi? Mi aspetto che nei prossimi giorni presenti le mosse più importanti da fare, che sono quelle di rilancio economico del paese». «Da un lato – ha spiegato – ci vuole una politica di sacrifici, perché siamo come una famiglia che spende più di quello che guadagna. Abbiamo più di duemila miliardi di debito. Tutti, tutte le categorie devono fare sacrifici. Dall’altro lato serve una politica di rilancio, che secondo me deve essere concentrata sull’export, che è la cosa più facile da fare per raddrizzare l’Italia». «Il ragazzo, il presidente del Consiglio, si sta sbattendo, ci sta provando e ce la sta mettendo tutta – ha aggiunto Farinetti -. Il nostro è un paese molto difficile, si è creato un dominio delle corporazioni, ognuna pensa di avere ragione, e ce l’ha con le altre categorie. Ma se non stiamo insieme non ce la possiamo fare. Io credo che le prime due o tre mosse di Renzi siano buone, in particolar modo quella degli 80 euro, che ritengo una manovra straordinaria, davvero di sinistra».
L’ARTICOLO 18 – Farinetti ha poi detto la sua sulla riforma dell’art.18 dello Statuto dei lavoratori: «Più che un falso problema è un non problema». La dichiarazione è arrivata a commento delle parole della ministra dello Sviluppo economico, Federica Guidi, secondo cui la norma va cambiata. «L’art.18 è un non problema – ha ribadito Farinetti – e io ho smesso di parlare dei non problemi, perché se continuiamo a
perdere tempo a parlare dei non problemi poi non abbiamo più il tempo».
