Toscana, legge elettorale: da destra (Fratelli d’Italia) e da sinistra (Rifondazione) provano a bloccarla

FIRENZE – A meno di una settimana dall’approvazione della nuova legge elettorale toscana, voluta sostanzialmente da Pd e Forza Italia, in Consiglio regionale è bufera. In sostanza una guerra trasversale, che vede alleate la destra di Fratelli d’Italia e la sinistra di Rifondazione comunista. Tutti alla ricerca di un’ancora di salvezza. Quel voto delle 5.40 del mattino, con l’Aula prostrata da una notte di dibattito, reintroduce sì il voto di preferenza assieme ad un listino blindato di tre nomi (che passano con priorità sugli altri candidati che invece devono trovarsi le preferenze) ma soprattutto inserisce le soglie di sbarramento che sono fatte apposta per tagliare fuori i piccoli partiti. Una legge che ha avuto voto contrario dei consiglieri del Nuovo Centro Destra, Udc, Fratelli d’Italia, Rifondazione Comunista, Comunisti italiani , Sinistra ecologia e Libertà e Democrazia Diretta che, in una conferenza stampa, hanno spiegato i motivi del ricorso al collegio di garanzia.
«Il ricorso al Collegio di Garanzia Statutaria – spiega Alberto Magnolfi presidente gruppo di NCD- è il primo passo di una lunga battaglia politica che inevitabilmente richiede una verifica di legittimità. Partiamo dallo Statuto che a nostro avviso è violato in alcuni principi fondamentali con l’intento poi di arrivare alla pronuncia della Corte Costituzionale. Si è creato uno schieramento di Gruppi e forze politiche diverse tra loro, unite per salvaguardare principi basilari per le nostre Istituzioni democratiche”.
Molto pungente anche l’intervento della consigliera Monica Sgherri di Rifondazione Comunista-Comunisti Italiani “questa legge abolisce il diritto di voto e distrugge il diritto alla rappresentanza”.
Motivi del ricorso, come hanno sottolineato tutti i consiglieri presenti in Sala Montanelli, la violazione dei principi costituzionali, il listino regionale bloccato che potrebbe creare situazioni di disparità sia fra gli elettori,che fra i candidati. Altro punto critico di questa legge è stato il vanificare il lavoro del gruppo di consiliare che per oltre un anno e mezzo si è riunito per mettere a punto proprio il testo della nuova legge elettorale. Ultimo ma non meno importante l’accordo siglato fra Pd e Forza Italia che secondo il presidente dell’Udc Giuseppe del Carlo “ si sono vicendevolmente scambiati interessi e vantaggi”.
Il ricorso presentato al Collegio di Garanzia sospende i termini per la pubblicazione della nuova legge elettorale. Il collegio entro 30 giorni dovrebbe esprimersi in merito, ma il suo giudizio non è vincolante per il Consiglio regionale. Qualora le argomentazioni del ricorso fossero accolte, il testo della riforma dovrebbe essere nuovamente discusso. Secondo la consigliera Sgherri “ci sono tutti i tempi sia per modificare la legge che per approvarne una nuova”.
I firmatari del ricorso stanno prendendo in considerazione anche la possibilità di presentare un referendum abrogativo della legge, oppure sugli articoli più invisi come il listino bloccato o fantasma e, appunto, le soglie di sbarramento. Le firme da raccogliere sono tante: quarantamila, da mettere insieme entro poche settimane, esattamente il 15 ottobre prossimo.
