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La Fiorentina si sveglia tardi: battuta dalla Lazio (0-2). Palo di Aquilani e un rigore (su Cuadrado) non concesso. Pagelle

Viola sonnacchiosi nel primo tempo, sorpresi da Djordjevic: non è bastata la spinta della ripresa. Nel finale il raddoppio beffa dei laziali con Lulic (in sospetto fuorigioco)
Viola sonnacchiosi nel primo tempo, sorpresi da Djordjevic: non è bastata la spinta della ripresa. Nel finale il raddoppio beffa dei laziali con Lulic (in sospetto fuorigioco)

FIRENZE – Si sveglia tardi, la Fiorentina. Forse non s’era accorta che la partita era a meggiorno e mezzo. Fatto sta che nel primo tempo non fa quasi nulla, salvo lasciarsi intimorire dai falli della Lazio e farsi sorprendere in maniera imbarazzante (35’) quando Djordjevic la mette dentro, indisturbato, quasi al centro dell’area viola. Meglio nella ripresa: palo di Aquilani e rigore, non concesso, su Cuadrado. Arbitro del tutto insufficiente, anche di fronte ai falli eccessivi e alla volontà, addirittura offensiva, di perder tempo da parte dei laziali. Istruiti da Pioli alla lotta più che alla manovra. Fischi e insulti per Lotito, l’uomo forte della Federcalcio, il grande elettore di Tavecchio, colui che va, praticamente senza una carica ufficiale, a fare da dirigente accompagnatore alla Nazionale di Conte.

DORMIENTI – Ma detto tutto questo, bisogna sottolineare la mancanza d’incisività della Fiorentina in attacco. E la manovra del centrocampo, assolutamente prevedibile: che non permette di agguantare il pareggio. E anzi, nell’arroventato finale, la Lazio si fa beffe della viola raddoppiando con Lulic in fuorigioco abbastanza netto. Ma l’arbitro, che un attimo prima aveva accordato ben otto minuti di recupero fra l’ovazione del popolo viola, non se la sente di annullare. E, forse ingiustamente, convalida. Morale? Una lezione per Montella, che credeva di aver trovato la quadratura del cerchio dopo la vittoria sull’Inter. Viceversa questa squadra si è trovata in imbarazzo contro una formazione certo più aggressiva di quella di Mazzarri. Male Kurtic, poi sostituito da un Borja Valero non ancora tornato in palla. Non bene Pizarro, cincischiatore all’eccesso. E poco lucido Aquilani: al quale va solo il merito della gran rovesciata finita sul palo a inizio ripresa. In prima linea impacciato Babacar: sottoposto, è vero, a marcatura spietata, ma incapace di trovare il guizzo giusto e il tiro micidiale che gli aveva permesso di segnare nelle partite con Torino e Inter. E Brnardeschi? E’ entrato troppo tardi. Ora, in vista della trasferta, insidiosissima, a San Siro con il Milan (alle 20,45 di domenica 26 ottobre), ci sarà la partita di Euroleague a Salonicco. Un’occasione per rimettere insieme i cocci. E provare qualcosa di nuovo.

BORJA – E’ scintillante, il Franchi, nella luce del sole di mezzogiorno. Non si mangia: si gioca. Montella, tuttavia, mostra di avere appetito dei tre punti e va sul sicuro: schiera, come del resto avevamo anticipato, la stessa formazione vittoriosa contro l’Inter. Ancora panchina per Borja Valero. E attesa per Federico Bernardeschi, il campioncino degli azzurrini under 21. Nella Lazio mancano Keita e Cana. Il ragazzone serbo Djordjevic è il sorvegliato speciale. Babacar vorrebbe provarci subito, ma trova davanti il gigante Ciani, francese, anche lui di colore e pure rasato. Non punta il pallone, il difensore laziale, ma invita a fare a sportellate. Così come Cuadrado deve vedersela con marcature strette. L’allenatore laziale, Pioli, vuole fermare le bocche da fuoco viola. Il gioco però è fiacchino. Sbagliano molto, a metà campo, da una parte e dall’altra, nei primi minuti. Poi Mauri (8’) riceve un bel pallone, pulito e facile, in mezzo all’area viola. Un regalo? Sì, che però lui, con sollievo di Montella, manda alto sopra la traversa.

CAVANDA – Pasticcia, la Fiorentina. Non è determinata come lo era stata contro l’Inter. La Lazio ne approfitta per stare stabilmente nella tre quarti viola. Poi Pizarro, dopo un errore dei suoi (pallone graziosamente servito agli avversari) riesce a far partire l’azione e il portiere Marchetti deve uscire alla disperata (13’) su Babacar, aiutato anche da una spintona di Cavanda, capace di sbilanciare l’attaccante. Tutto regolare. Avanti. Quindi contrattacco: la Lazio conquista una punizione. Il tiro di Biglia (20’) è pericolosamente vicino al palo sinistro di Neto, ma la leggera deviazione della barriera viola evita problemi. No, non carbura la Fiorentina. Il centrocampo non riesce a imporsi. Aquilani sibntetizza la difficoltà intercettando un rinvio della difesa biancazzurra e tirando direttamente in porta, senza fortuna, da una quarantina di metri. Ci prova in forze, la squadra viola, ma rischia molto in un rovesciamento di fronte improvviso, dove Pizarro è ultimo uomo sulla tre quarti: deve tirar giù Candreva, rimediando l’ammonizione, per evitare la fuga solitaria del biancazzurro verso Neto.

FRITTATA – Il bel gioco viola? Un lontano ricordo. Si gioca con le palle lunghe e le marcature strette: è questa l’imoostazione della Lazio, alla quale la Fiorentina si adegua senza cercare d’imporre la sua manovra conosciuta. Che Pioli fa stroncare ordinando attacchi mirati, a uomo. Fallosi, certo. Che l’arbitro Peruzzo rileva ma senza estrarre il cartellino giallo. E’ di Schio e, a quanto si vede, anche schivo a ad ammonire. Improvvisamente la frittata viola. Va bene che sarebbe l’ora di pranzo… Va via Candreva sulla destra, nessuno lo controlla, la mette in mezzo per Djordjevic (35’) che, libero davanti a Neto, lascia partire la botta che va dentro, violenta e cattiva. Ohi, ohi la difesa viola: aveva preso solo tre gol, ma questa dormita generale la mette decisamente sotto accusa. E allora? E’ il trionfo della tattica di Pioli: non lasci giocare e cerchi di colpire. E la Fiorentina, almeno fin qui, c’è cascata in pieno.

NETO – La disperazione viola si concretizza con tiri da lontano, alti e non pericolosi. Mentre la Lazio sfiora il raddoppio (44’): Djordjevic controlla in area, vede che sta arrivando Candreva in corsa sulla destra, lo serve, tiro del nazionale azzurro, ma per fortuna viola Neto è prontissimo a respingere in volo. Ea tenere la squadra in partita. Andare al riposo sullo zero a due sarebbe stato devastante. “Noi vogliamo undici leoni”, urla la Fiesole mentre i giocatori s’infilano nel sottopassaggio e Montella esce a testa bassa ma probabilmente con la rabbia montante in corpo. Da scatenare sui giocatori negli spogliatoi, durante l’intervallo.

PALO – Cambia Montella, in avvio di ripresa: fuori Kurtic, decisamente fuori fase e più portato a al contatto fisico che a giocare, e dentro Borja Valero, scalpitante in panchina. Fiorentina più briosa. Babacar ha un bello spunto in area (2’) e guadagna un angolo. Poi Cuadrado spara alto dal limite. La Lazio mostra un po’ di nervosimo: Marchetti tarda a rimettere in gioco e si prende bordate di fischi. Comiciano a perdere tempo ora? Biglia butta giù Pizarro (4’): punizione diretta. Batte Pizarro a cucchiaio per Aquilani in area, rovesciata al volo: palo. Se fosse stato gol poteva venir giù lo stadio… Fiorentina aggressiva. Biglia stavolta butta giù Cuadrado. Si lamenta, finge di non aver fatto nulla. Batte Babacar: alta. Marchetti riperde tempo: e si becca l’ammonizione. Giusta. Ahi, la Lazio ora ha paura della spinta viola: e cerca di far passare il tempo. Tanto che (11’) mentre la Fiorentina attacca, viene richiamata l’attenzione dell’arbitro: Djordjevic è a terra. Si riparte scodellando il pallone. Pioli si ripara: fuori Mauri e dentro Onazi. Capita un ottimo pallone ad Alonso (14’) che mira alle nuvole… Peccato. Montella batte le mani: per dire d’insistere.

SCHIENA – Finisce in terra Babacar (16’) in piena area. Rigore? Di sicuro è stato strattonato ma per l’arbitro non fa una piega. A De Rossi, in Roma-Chievo, per un fallo non molto dissimile l’hanno dato. Poi ci si mette la sfortuna: Alonso (19’) colpisce al volo in area ma il pallone che può finire in rete viene respinto … dalla schiena di Babacar. Che poco dopo viene richiamato in panchina da Montella. Stanchezza? Lo sostituisce Ilicic. Poi, su Cuadrado, il rigore c’è davvero: atterrato in area. Niente. Un attimo dopo, Cuadrado riparte a sinistra e Radu lo abbatte come se avesse la falciatrice: ammonito, ma il rosso ci stava tutto, vista la veemenza capace di sfociare in vera cattiveria. Ilicic non punge. Prevedibile (32’) un colpo di testa di Cuadrado in area, parato con scena (altra perdita di tempo). Montella si decide (33’) a mandare in campo Bernardeschi: fuori Aquilani.

LOTITO – Scandalosi i laziali nel perder tempo. E la gente, in tribuna, applaude polemicamente Lotito, uno del palazzo, quello che ha voluto con forza Tavecchio alla presidenza federale. Cinque minuti al termine quando Ilicic, al limite dell’area, prova a tirare invece di metterla in mezzo. Fischi. Tutto qui? No, per non farsi mancar nulla, Pioli perde un altro po’ di tempo facendo sedere in panchina Djordjevic per sostituirlo con il vecchio Klose, comunque campione del mondo in Brasile. L’arbitro punisce i laziali: otto minuti di recupero. Ma i viola non ne approfittano e si fanno infilzare come polli: Lulic segna. Ma sembra in fuorigioco. O almeno in posizione molto dubbia. L’arbitro, munifico nel recupero, ci pensa un po’ ma convalida. Addio Fiorentina. Finisce male. Guarda caso come a Roma con i giallorossi. Meno male che di squadre romane, nel campionato, non ce ne sono altre.

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Sandro Bennucci

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