Immigrazione, Alfano: ora l’Ue deve creare centri d’accoglienza in Africa per distribuire i migranti nei vari paesi europei

ROMA – Il ministro dell’Interno, Angiolino Alfano, accusato da più parti di essere un immobilista e sottoposto alla pressione delle opposizioni e di parte della maggioranza a seguito degli incidenti fra polizia e manifestanti dell’Ast di Terni, prova a uscire dall’angolo con alcune dichiarazioni e progetti sul tema immigrazione. L’Europa sembra si sia fatta carico delle spese di pattugliamento, ma non di quelle ingenti dell’accoglienza e della verifica dei requisiti di profugo o rifugiato per i tanti che sbarcano dalle coste africane. Quindi Alfano, davanti al parlamento, ha fatto il punto dell’operazione Mare nostrum e ha lanciato nuove proposte, chiedendo all’Ue di eqwuilibrare gli sforzi e il peso dell’accoglienza dei migranti.
TRITON – Dai 9,5 milioni al mese di Mare Nostrum, «114 milioni in tutto, quasi centomila euro al giorno», a «zero euro» a carico dell’Italia per Triton partita oggi 1 novembre; «costerà 3 milioni di euro al mese, forse poco più, e sarà finanziata col bilancio di Frontex». Alfano sottolinea il dato economico con enfasi, nel tracciare il bilancio di quella che è stata un’«operazione di emergenza» decisa dopo la tragedia di Lampedusa del 3 ottobre dello scorso anno con 366 vittime. «Oggi possiamo dire con nettezza che l’Italia ha fatto il proprio dovere», aggiunge il ministro che elenca i numeri dei tredici mesi di attività di Mare Nostrum: 558 interventi svolti, 100.250 le persone salvate. Sul fronte giudiziario, 728 sono stati gli scafisti arrestati e 8 le navi-madre sequestrate. Si contano purtroppo 499 morti, 1.446 presunti dispersi, e 192 cadaveri da identificare. Nel passaggio da Mare Nostrum a Triton ci saranno due o tre mesi di «fase d’uscita», ha spiegato il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, poi all’Italia non spetterà più il controllo dei confini ma il solo rispetto della legge del mare. In questo lasso di tempo la Marina continuerà il suo lavoro con una nave grande a Lampedusa e tre pattugliatori: assetti ridotti e anche costi diminuiti di un terzo.
ALFANO – Ancora Alfano: «L’Europa ha fatto una scelta, scendere in mare. Ora occorre coraggio nel fare un’altra scelta, quella di campi profughi e di zone di accoglienza e richieste di asilo in Africa. Dobbiamo cambiare strategia come Europa e chiedere che le domande di asilo siano presentate in Africa», attraverso accordi tra i paesi europei, un’azione di riallocazione dei profughi». In modo che i sacrifici vengano ripartiti equamente fra i 28 Paesi dell’Unione. Incassato il risultato della fine dell’operazione «d’emergenza» Mare Nostrum, Alfano sposta più avanti l’obiettivo del «negoziato» dell’Italia con la Ue sull’immigrazione : occorre che le richieste d’asilo vengano presentate nei paesi d`origine, perché «la risposta non può avvenire in mare ma deve avvenire là», e serve un maggiore impegno nell’accoglienza da tutti i partner europei.
