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Firenze: la pista di Peretola come l’acquedotto. E Rossi offre cocomeri

Forse nessuno lo ricorderà, ma all’inizio del secolo scorso, il consiglio comunale di Firenze fu protagonista di tempestose sedute per prendere una decisione sofferta. Quale? Non ci crederete, ma l’assemblea cittadina si spaccò e si frantumò per decidere se … doveva nascere l’acquedotto. Incredibile? No, questa era, ed è, Firenze. Per cui non c’è da meravigliarsi se solo oggi, 6 novembre 2014, dopo mezzo secolo dall’intuizione di un campione dell’aviazione come Luciano Nustrini (1964) di creare un vero aeroporto a Peretola, la città ha ricevuto l’annuncio ufficiale che si farà la nuova pista: lunga 2.400 metri e capace di far volare 4-5 milioni di passeggeri l’anno.

Fin dai tempi di Dante Alighieri (ma probabilmente anche prima) noi fiorentini abbiamo sempre avuto una particolarità: se ci riuniamo in tre scopriamo di avere 18 idee diverse. Ovvio, dunque, che anche su scelte fondamentali per la vita e lo sviluppo del territorio, come una volta l’acquedotto e oggi con una scelta irrinunciabile come l’aeroporto, si discuta all’infinito. Alla fine, però, le scelte si fanno. In Palazzo Vecchio, come riferisce bene il collega Domenico Coviello, è arrivato l’annuncio del sindaco, Dario Nardella, del presidente dell’Enac, Vito Riggio, e del presidente di Corporacion America Italia (il gruppo argentino che ha acquisito la maggioranza delle società di gestione degli scali di Firenze e Pisa e che li fonderà) che la prossima estate partiranno i lavori e che nel 2017, in coincidenza con il G7 (o G8 se faranno rientrare la Russia) la pista sarà completata. Il master plan è pronto, i soldi pure (contenuti, almeno in parte nel decreto Sblocca Italia). E il Pit (piano territoriale integrato della Regione Toscana) che imponeva 2.000 metri e non uno di più? E il sindaco di Pisa, Filippeschi, che minacciava tuoni e fulmini? Tutto a posto, è stato spiegato nella paludata conferenza stampa di Palazzo Vecchio. Nardella ha detto che con il sindaco di Pisa si sono sentiti: e che il clima è migliorato. E Rossi? Nel pomeriggio, durante la conferenza stampa sugli interventi per le alluvioni, a domanda diretta ha sbottato: “Basta con questa aeroporto, mi avete rotto i … cocomeri”. Una resa? No, il segnale che tutto è finito. Anche se l’Enac porterà avanti il ricorso al Tar contro il Pit della Regione (come aveva anticipato FirenzePost il 17 luglio scorso) per stabilire il principio: che in base alle norme internazionali spetta a lei, cioè all’ente nazionale per l’aviazione civile, stabilire come si fanno gli aeroporti e di quale lunghezza devono essere le piste. Enrico Rossi lo sapeva bene, ma ha dovuto sostenere la parte anche per evitare frantumazioni nel Pd. Si è sacrificato per il partito? C’è chi legge così il suo comportamento. Ecco perché tutti, durante la conferenza stampa in Palazzo Vecchio, lo hanno elogiato come una specie di eroe capace. Ed ecco anche perché lui, alla fine, ha offerto … i cocomeri: che si potranno piantare un po’ più in là rispetto all’allungamento della pista.


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Sandro Bennucci

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